Farmaci e nuove cure contro il Covid, vaccini per prevenire la malattia e ridurre la trasmissione del virus

L’impegno degli scienziati è quello di trovare le risposte più efficaci e immediate per battere il Covid.  Quello che sta sempre più emergendo è che la fine della pandemia sarà fatta di tante misure che si dovranno prendere insieme. Il vaccino è certamente la pietra  d’angolo. In questi giorni molte riviste mediche annunciano ad esempio la sperimentazione di nuove cure da avviare nella fase iniziale della malattia. Alcune, così garantiscono gli esperti, sono assai promettenti. Insomma, la scienza va avanti ma ci vuole tutto il resto a cominciare dalle regole più elementari come lavarsi le mani. Lo sforzo è anche quello di arrivare prima possibile alla diagnosi. I primi dieci giorni sono cruciali per fermare il virus, prima che raggiunga le cellule del sangue per poi diffondersi dappertutto. Quei dieci giorni sono fondamentali, ricorda il professor Giuseppe Remuzzi direttore dell’ Istituto di ricerche Farmacologiche Mario Negri. Adesso qualche studio importante si inizia a vedere anche sui farmaci . Il più importante è appena stato pubblicato sul Lancet da ricercatori di Oxford: due “puff” di un preparato usato comunemente per l’asma – contiene Budesonide, un cortisonici-  se utilizzati entro 7 giorni dall’inizio dei sintomi, riducono dell’80% la necessità di ricorrere all’ Ospedale. Sulla stessa linea un altro studio che sarà pubblicato prossimamente, dimostra come antinfiammatori molto comuni, e diversi dal cortisone, se presi fin dai sintomi, prima ancora di sapere se il tampone è positivo,  riducono del 90% la necessità di ricorrere all’Ospedale.  C’è poi uno studio basato sull’ impiego di uno sciroppo della tosse che contiene Bromexina, questa inibisce l’enzima (Tmprss2) che consente alla proteina “spike” di legarsi al suo recettore. Sono tutte sperimentazioni che il professor Negri, esperto stimato da tutta la comunità scientifica, spiega in una articolata riflessione sul ” Corriere della Sera” nella edizione di ieri. Naturalmente resta la strada degli anticorpi monoclonali che vanno fatti presto anche loro, in pazienti con malattia lieve o moderata. Farli a casa nonnsi può,  vanno dati in flebo e durante l’infusione possono esserci disturbi , anche importanti  per quanto abbastanza  rari. Si spera che presto ci sia la possibilità di poterli somministrare intramuscolo. Resta comunque la necessità di accelerare la campagna vaccinale . Ma il virus lo fermeremo, sostiene sempre il professor Negri, solo se i vaccini potranno prevenire non solo la malattia ma anche la sua trasmissione. Fino a qualche settimana fa nessuno credeva fosse possibile e invece siamo sulla buona strada. Un lavoro fatto a Cambridge e pubblicato da poco su eLife , dimostra  che Pfizer  – ma potrebbe applicarsi anche ad altri vaccini – oltre a prevenire la malattia riduce anche la trasmissione del virus. Gli obiettivi dei prossimi mesi sono quindi: continuare la sperimentazione di nuove cure, avviare le cure nella fase iniziale della malattia,  aumentare le terapie a domicilio e investire ancora di più sui vaccini per prevenire la malattia ma anche la sua trasmissione.