L’ Umbria resta bianca e il picco è vicino, Terni con l’incidenza più alta Orvieto quella più bassa. Omicron al 93,3% soppianta Delta, reggono le scuole

Anche se i numeri sono intermittenti ed è difficile con quali dimensioni arriverà, secondo il nucleo epidemiologico regionale in Umbria “siamo vicini al picco”. Insomma, il plateau potrebbe essere molto più vicino di quanto si possa pensare. Il numero dei decessi però continua a crescere: otto nelle ultime 24 ore. D’altronde l’andamento del numero dei decessi segue quello dei contagi, sia pure in maniera ritardata di almeno un paio di settimane. I segnali ci sono tutti, a patto che la variante Omicron (oggi prevalente all’93,3%) ” riesca a soppiantare la Delta”, spiega Marco Cristofori del Nucleo epidemiologico regionale. I parametri degli ultimi giorni fanno ben sperare: l’ Rt dell’Umbria è sceso allo 0,90 contro una media nazionale  dell’ 1,56; l’incidenza (pur restando alta)  settimanale mobile per 100 mila abitanti è pari a 2.151, di due punti sotto rispetto a quella di lunedì scorso; l’indice di saturazione dei posti letto nelle terapie intensive è del 9% (la soglia prevista è del 10%) e 32% per i posti di area medica (la soglia prevista è del 15%). Quindi, abbiamo un tasso di occupazione di posti letto in area medica abbondantemente sopra la soglia critica e superiore alla media nazionale (27,6%) mentre per le terapie intensive siamo leggermente sotto la soglia di allerta fissata al 10% ma ben sotto la media nazionale che oggi è del 17,5%. In sintesi: un parametro perfettamente in linea con le indicazioni nazionali (terapie intensive); un parametro in leggera diminuzione anche se ancora alto (l’incidenza settimanale) e un terzo parametro significativamente sopra la soglia di allerta (occupazione posti letto in area medica). Dal report di oggi dell’Istituto Superiore di Sanità però arriva una ulteriore conferma: l’Umbria, dopo Basilicata e Molise, è la Regione con la più alta prevalenza della variante Omicron (93,3%). Un dato che confermerebbe le previsioni del dottor Marco Cristofori: il picco è vicino. Se, poi, entriamo nei singoli territori dell’Umbria emerge che il distretto di Terni registra l’incidenza settimanale mobile per 100 mila abitanti più alta della Regione (2.746 contro la media regionale di 2.151) mentre il distretto di Orvieto quella più bassa (1.364), esattamente la metà. Dopo Terni abbiamo Narni-Amelia (2.367), Assisi (2.409), Trasimeno (2.324), Perugino   (2.069), Alto Tevere (1.764). La Valnerina, invece, si piazza al penultimo posto della classica, vicinissima all’incidenza settimanale di Orvieto, con 1.686. In mezzo abbiamo Spoleto (1964), Alto Chiascio (1837), Foligno (2117), Media Valle del Tevere (2090). Si conferma anche in Umbria che la barriera vaccinale sta riducendo fortemente i casi gravi ma c’è ancora un’ampia platea di non vaccinati che concorre a riempire i reparti ospedalieri. Attualmente la maggior parte dei nuovi contagi si ha tra i bambini e ragazzi con la fascia di età tra i 14 e 18 anni più colpita. Nelle scuole umbre si rileva in realtà un leggerissimo incremento anche se solo la prossima settimana  “avremo un’indicazione certa sull’effetto che hanno avuto le festività”, afferma l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto.  Al momento sono quattordici le classi in isolamento in tutta l’Umbria mentre prima della chiusura delle scuole erano circa 120. C’è, comunque, da dire che la maggior parte delle classi in isolamento riguardava e riguarda gli asili, le scuole dell’infanzia ed elementari. Attualmente in Umbria sono circa 9000 su 49.000 i bambini tra i 5 e 11 anni vaccinati con almeno una dose, un dato inferiore rispetto alla media nazionale. Soltanto 2.100 sono quelli che hanno completato il ciclo, pari al 4,2%. Fra i 12-19 anni sono molti i ragazzi che hanno fatto almeno una dose (circa 80%), molti dei quali hanno fatto anche la seconda dose (circa il 75%). Ultima nota sull’età delle persone colpite dal virus, fornita questa sera dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: l’età media di chi contrae l’infezione è 37 anni, mentre chi viene ricoverato ha invece un’età media di 67 anni e le vittime ha un’età media di 80 anni.