LA DIFFICILE STRADA PER IL COLLE

di Pierluigi Castellani

L’unanime cordoglio per la scomparsa di David Sassoli non ha distolto le forze politiche dal continuare a tessere la trama per la elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Ancora però la strada per un accordo largo sul nome del nuovo Capo dello Stato è ancora ardua e certamente la proposta del centro destra con l’indicazione unanime del nome di Silvio Berlusconi rimane un grosso ostacolo. Non si comprende bene come sia intervenuta nella riunione nella residenza romana del cavaliere anche la convergenza di Matteo Salvini, che continua a proporre tavoli comuni per un’intesa anche con i partiti del centrosinistra. E’ pur vero che ancora Berlusconi non si è formalmente candidato, ma il comunicato uscito dalla riunione di Villa Grande non lascia dubbi in proposito. Rimane anche un mistero come il centrodestra possa trovare i voti mancanti all’interno del gruppo misto quando palesemente se Berlusconi venisse eletto a maggioranza semplice al quarto scrutinio un minuto dopo non ci sarebbe più il governo Draghi con la conseguenza di un rischio reale di elezioni anticipate. Inoltre quanto detto da Berlusconi circa la eventuale uscita di FI dal governo se venisse eletto alla più alta carica dello Stato Mario Draghi non dovrebbe rassicurare quei grandi elettori, che popolano il gruppo misto e che temono la fine anticipata della legislatura. E’ stato lo stesso Draghi nella conferenza stampa di fine anno a mettere in guardia sulla rottura della maggioranza, che sostiene il governo, nel passaggio della scelta del nuovo inquilino del Quirinale. Draghi ha detto che la maggioranza se si divide su questa elezione non potrà poi ricomporsi nel sostegno al governo. Insomma c’è ancora molta incertezza su quanto accadrà dal prossimo 24 gennaio in poi. Anche nel centrosinistra non tutto è ancora chiaro soprattutto all’interno dei 5Stelle, che pur rappresentano il partito con il maggior numero di grandi elettori rispetto a tutti gli altri. Non sembra chiaro se Giuseppe Conte abbia avuto dai parlamentari del suo partito quel mandato pieno richiesto. Ed anche Enrico Letta, segretario del PD, tiene ancora le sue carte coperte oscillando tra il nome di Draghi, nella preoccupazione di una sua  delegittimazione anche come capo del governo se non si ritrovasse la stessa maggioranza nell’eventualità che il suo nome risultasse l’unico spendibile per il Colle, e l’ipotesi di un Mattarella bis nonostante l’attuale Capo dello Stato abbia più volte espresso la sua netta contrarietà. E poi ci sono i vari personaggi, leader o no, che vagheggiano di essere i king maker nella partita del Quirinale. E quindi continuano a circolare altri nomi non si sa bene quanto davvero spendibili per l’occasione. Insomma siamo ancora nell’incertezza e nel pieno di una pandemia da sconfiggere. Possiamo sperare sempre che quella concordia, che si è ritrovata nel rendere omaggio ad un politico di grande civiltà e spessore come David Sassoli, possa alla fine verificarsi anche nel difficile passaggio dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.