La strategia per evitare un’altra ondata: la curva in salita preoccupa gli esperti. I rischi di fine agosto
Vaccinare il maggior numero di persone e aumentare i tamponi, soprattutto molecolari. Oltre a garantire un efficace tracciamento dei nuovi casi Covid. È questa la strategia che si sta mettendo in campo per frenare l’arrivo di una possibile quarta ondata alla fine di agosto. Perché una cosa è certa: l’avanzare della variante Delta allarma e preoccupa. Nonostante i segnali positivi di queste ultime settimane, la curva epidemiologica conferma la risalita dei contagi. Aumentano i casi e, tra essi, i contagi da variante Delta incidono di più e abbassano la media anagrafica dei positivi. Gli effetti per chi si infetta sono meno gravi grazie ai vaccini, che assicurano un livello di protezione molto alto dall’infezione, e quasi totale dal rischio che si riveli grave o fatale. Ne consegue che fondamentale è accelerare l’azione di immunizzazione , ma la doppia dose l’hanno ricevuta ancora in troppo pochi perché ci si possa sentire al riparo. In Umbria siamo ancora ben oltre sotto il 50%, questa mattina erano 325.172 gli umbri che avevano completato il ciclo vaccinale, cioè il 42,04% degli aventi diritto. Resta fuori un decisivo 58%, tanti, troppi, per poter dire che la nostra regione è in sicurezza. Per questo il direttore generale della prevenzione del Ministero della salute, Gianni Rezza, ha invitato le regioni a potenziare il tracciamento e le seconde dosi di vaccino perché c’è un’allerta per la diffusione di contagi soprattutto tra i giovani. L’ Umbria però, almeno per ora, è una delle sei-sette regioni che mantengono una buona condizione di sicurezza, in cui la decrescita non si è fermata a differenza di undici regioni dove, invece, si registrano dei preoccupanti incrementi. Anche i dati di oggi, domenica 11 luglio, lo confermano: meno positivi e ricoveri, un solo paziente in terapia intensiva. C’è da dire però che anche nelle ultime 24 ore in Umbria i tamponi molecolari effettuati sono stati pochi (1.174), così come le dosi di vaccinazione somministrate non hanno raggiunto quota ottomila (7.874). È la stessa relazione riservata del Comitato tecnico scientifico che evidenzia ” un continuo calo dei tamponi che porta al ribasso i nuovi positivi individuati”. Pochi test ritenuti ” insufficienti per tracciare la ripresa della variante Delta così contagiosa”. Testare un numero basso di persone non aiuta a individuare i focolai. Così come si raccomanda di affrettare la doppia dose di vaccino in quanto la variante Delta ” si può depotenziare soltanto con un ciclo a doppia dose”. C’è poi il rischio dei giovani: ” la virulenza colpisce maggiormente la fascia di chi ha tra i 12 e i 24 anni e ancor più gli under 12 che non possono essere vaccinati”. Il pericolo deriva dal fatto che in questi casi il virus si presenta in forma lieve o asintomatica, con il grande rischio di trasmissione in ambito familiare.