Lega Umbria, i big duellano: a gennaio si decide il “caso Melasecche”, ipotesi Marchetti per il partito

Perugia – La tensione cova sotto la cenere, le divisioni pure. Lo si capisce anche dai racconti dei singoli esponenti, quando vengono presi singolarmente. Nella Lega ci sono ormai troppe cose che bollono nella pentola: insofferenza per quanto non viene fatto in Regione, la gestione della vicenda Spoleto, la presenza in giunta regionale di Enrico Melasecche che non si è dimesso ancora da consigliere regionale. A tutto questo si aggiungono le divisioni interne in vista del rinnovo degli organismi regionali di partito, con il segretario Virginio Caparvi sempre più messo in discussione.

Il caso Melasecche , il 72 enne assessore ternano, continua ad alimentare una forte tensione all’interno del partito malgrado l’ultimatum di luglio arrivato dallo stesso Matteo Salvini: ” o si dimette da consigliere oppure la Tesei gli tolga la delega da assessore “. Per favorire il riavvicinamento i consiglieri regionali della Lega hanno pensato di modificare lo statuto con una norma “salva-Melasecche”. In realtà ” il paracadute” pensato ( Consigliere supplente ) non convince tutti, soprattutto in un momento come questo con la gente arrabbiata e le imprese rimaste senza mercato. Una scelta che sa di “poltronificio” e che potrebbe scatenare reazioni diffuse con costi maggiori per il bilancio della Regione. Secondo i soliti ben informati , l’atteggiamento di Melasecche  viene visto come un affronto senza precedenti, per questo è in atto una manovra che prevede una scadenza precisa e non più rinviabile: gennaio 2021.  Se Melasecche non si dimetterà sarà la Presidente Tesei a prendere la decisione.

L’altro problema che con il passare del tempo si acuisce è quello della giunta regionale, che in questo primo anno di legislatura ha galleggiato senza mettere in moto alcuna riforma significativa.  Mancano scelte coraggiose anche alla luce dell’ultimo report di Banca d’Italia – 12 novembre scorso –  che parla di una “caduta senza precedenti dell’economia regionale”. Per Bankitalia c’è un crollo del Pil regionale dell’ 11% rispetto al 2019, più marcato rispetto a quello previsto per l’Italia (-9,5%). Un quadro molto fosco che ci consegna  uno scenario per l’Umbria” contrassegnato da forte incertezza”. In molti iniziano ad accarezzare l’idea di un profondo cambiamento degli stessi assetti di Palazzo Donini, considerati inadeguati politicamente alle difficoltà del momento. “Così non ce la possiamo fare”, sussurra più di uno nei palazzi.

Del resto i nuvoloni che si addensano su Palazzo Donini rischiano di portare ad una lunga agonia che alla fine potrebbe pregiudicare l’intera legislatura. Il terzo problema riguarda il partito che, soprattutto negli ultimi tempi, sta creando troppe fibrillazioni sul territorio con scelte – come quella di Spoleto –  che nascondono una certa ambiguità. Per questo sta crescendo l’idea di andare alla sostituzione dell’attuale segretario Virginio Caparvi. La nuova fase però non dovrebbe nascere da una rottura interna tra Caparvi e Briziarelli, solo per fare un esempio. Nel partito, infatti,  c’è chi sta lavorando per raggiungere una tregua e per favorire un riavvicinamento  tra le diverse anime. Si cerca di favorire una intesa su un nome  che alla fine troverebbe anche il gradimento dello stesso Matteo Salvini. L’ipotesi sulla quale più di uno sta lavorando è quella Riccardo Augusto Marchetti, parlamentare tifernate, commissario regionale della Lega Marche. Si porterebbe dietro il buon lavoro fatto in questi mesi nel territorio marchigiano e l’apprezzamento ricevuto dai vertici romani del partito. La tensione resta comunque alta e basta una goccia per far traboccare il vaso delle fibrillazioni.