Nel Movimento cinque stelle volano i falchi: tra i barricaderos l’ umbro Thomas De Luca. A sinistra il campo largo non c’è più

Ormai la questione non sembra tanto il “se”, ma il “quando”. Rompere nel mezzo dell’estate rischiando un probabile effetto Papeete o aspettare settembre, quando l’autunno nero sarà alle porte ? L’ala dura del M5S preme per uscire dal governo e rompere la coalizione di governo. I 5 stelle rimasti con Conte, dopo anni di governi di tutti i colori vorrebbero farsi un giretto fuori da palazzo Chigi. C’è una grande voglia di uscire tra i grillini rimasti, c’è una componente estremista che spinge l’ex premier a smarcarsi dalla maggioranza. Tra i falchi c’è anche il capogruppo della Regione Umbria Thomas De Luca. Non è del resto una novità, alle ultime elezioni della provincia di Terni, per eleggere il nuovo presidente e consiglio provinciale, ha rotto l’alleanza con il resto del centro sinistra favorendo la vittoria di Laura Pernazza, candidata dl centrodestra. Oggi sul suo profilo Facebook se la prende con l’ex segretario nazionale del Pd Zingaretti e senza mezzi termini invita Conte ad uscire dal governo. ” Oggi più che mai – scrive Thomas De Luca, capogruppo del M5S a palazzo Cesaroni – il Paese ha bisogno di un’opposizione cedibile in attesa delle prossime elezioni”.  Del resto, i falchi del movimento la mettono così: ” Al governo abbiamo dimezzato il consenso , se usciamo possiamo tornare a competere”.  Poi se la prende con l’ex segretario, oggi presidente della regione Lazio:” Secondo Zingaretti, Giuseppe Conte non è più un riferimento per il progetto progressista. Forse il problema è che in queste ore il M5S sta chiedendo a questo governo di fare qualcosa di sinistra a favore delle famiglie, delle imprese, di chi sta rimanendo indietro a causa del logoramento del potere di acquisto”. I falchi però dimenticano che sono più di quattro anni che il M5S è al governo, prima con Salvini, poi con il Pd, infine con Salvini e Pd e per due governi Giuseppe Conte è stato il presidente del Consiglio dei ministri. Ma è il crollo dei voti che preoccupa i grillini rimasti dopo la scissione con Di Maio: con il consenso di oggi, in Umbria, il movimento 5 Stelle rischia di non eleggere nessun parlamentare e consigliere regionale. Il M5S sta vivendo un momento drammatico: ha infatti perso più della metà degli elettori delle Europee (ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli), già quasi dimezzati rispetto alle ultime politiche. Risulta, inoltre, la forza politica che ha alimentato più delle altre il bacino dell’astensione e ha riversato i propri voti su soggetti molto diversi, a conferma di un elettorato composito.  “Mentre noi – aggiunge Thoams De Luca – scontentavamo il nostro elettorato per dare generosamente un governo al Paese  durante il picco della fase pandemica, altri hanno avuto come priorità quella di creare una strada costellata di trappole lungo il percorso con l’obiettivo di spaccare il Movimento ed erodere la grande popolarità di Giuseppe Conte. Oggi più che mai il Paese ha bisogno di un’opposizione credibile in attesa delle prossime elezioni”. A tormentare il capogruppo umbro dei 5 stelle è quindi la sgradevole sorpresa di avere perso i consensi per strada con la conseguenza di ritrovarsi un Movimento ormai ininfluente. Un bel problema per il campo largo progettato dal Pd nazionale e regionale. Forse ha ragione Romano Prodi: ” E’ iniziato un processo con la scissione Di Maio-Conte che non si ferma qui. Bisogna approfittare di queste settimane estive per discutere di programmi e punti perché si sta rimescolando tutto. Non c’è più il campo largo, c’è un campo senza recinti che va ridisegnato di nuovo”.