Pedofilo arrestato, il giudice dispone il carcere per Gabriele Priori: decisione condivisa dai familiari del 33enne. “Può fare qualcosa di peggio”
Si sono aperte le porte del carcere per il 33enne Gabriele Priori accusato di aver violentato una bambina di sei anni in un campeggio di Magione. E’ stato il giudice del Tribunale di Perugia, Piercarlo Frabotta, ha disporre la detenzione presso il carcere di Milano Bollate. Era stato lo stesso difensore di Priori, l’avvocato Stefano Migliorelli, a chiedere di trasferire il suo assistito nel carcere lombardo che ha una convenzione con il Centro Italiano per la Promozione della Mediazione (Cipm) in cui il dottor Giulini ha già curato soggetti pedofili ed è il pioniere dei trattamenti psicologici in Italia. Lo stesso giudice ha chiesto al 33enne se fosse disposto ad andare in carcere per essere curato. Priori avrebbe risposto di si anche perché sentirebbe il bisogno di parlare coi medici. Una decisione condivisa dal legale e dai familiari dell’indagato. “Se è possibile – ha detto l’avvocato Migliorelli – va recuperato, ma se questo non è possibile, va comunque detenuto e non rilasciato, e non lo dico solo io ma anche i genitori, per evitare che la prossima volta possa accadere qualcosa di peggio”. Sulla vicenda dell’agosto scorso, nel campeggio di Magione, avrebbe raccontato di “non ricordare quanto successo nel bungalow. La bimba mi ha seguito, lei voleva giocare con me, poi non ricordo più nulla, sono uscito e sono andato al lago con la macchina”. Molti non ricordo nel suo racconto; non si spiega quel suo Dna trovato dai carabinieri sul costume della bimba e si è detto amareggiato per quel pianto della bimba quando è corsa dai genitori. Ora per lui inizia un lungo percorso nel carcere milanese con due famiglie distrutte dal dolore.
Foto di archivio: Tribunale di Perugia