Post Covid, ” il disastro clinico-assistenziale”: incredibile costo umano e sociale. Il ruolo dell’opposizione in Umbria

Francesco Cognetti, presidente della Confederazione degli oncologi, cardiologi e ematologi italiani, stima negli ultimi 15 mesi “ritardi e cancellazioni di oltre 100 mila interventi chirurgici per tumore”. Anzi, per Cognetti tutto questo è ancora in corso. Per Cognetti si tratta “di un incredibile disastro clinico-assistenziale” con malattie gravi dimenticate e terapie che hanno risentito pesantemente dei rallentamenti. Il risultato è che in tutta Italia durante la pandemia abbiamo perso moltissime vite per motivi diversi dal Covid. Dopo la Spagna è proprio l’Italia il Paese ad aver registrato nel 2020 più morti ” in eccesso” – rispetto alle medie del quinquennio precedente – sui quali non è mai stato diagnosticato il virus. Ogni due decessi per il contagio – scrive oggi il Corriere della Sera –  se ne conta uno formalmente attribuito a cause diverse: circa 40 mila morti in più del solito, che restano da spiegare. Ad esempio, i decessi per problemi cardiaci avvenuti fuori dagli Ospedali sono cresciuti del 30% rispetto agli anni precedenti. In poche parole le persone non sono riuscite a raggiungere i pronto soccorso o non si sono fidate di andarci. Per gli esperti l’altra pandemia – quella di cure mancate sulle malattie tradizionali – prosegue e il suo vero costo deve ancora emergere. Ma c’è di più. Rispetto alle medie pre-Covid in Italia si contano 632 mila nuove diagnosi non fatte e 456 mila nuovi trattamenti terapeutici non avviati in aree come malattie respiratorie, cardiache, ipertensione e diabete. Ancora a maggio le visite dal cardiologo erano poco più della metà di quelle dei tempi pre-Covid. Nelle malattie del sangue e nei tumori si conta un accumulo a maggio di trentamila diagnosi mancanti e 18 mila trattamenti non avviati. I tempi di attesa per la chirurgia oncologica in questi quindici mesi si sono allungati del 20%. E l’onda lunga di questi ritardi, sottolineano gli esperti, non potrà che riemergere nei tassi di mortalità dei mesi e anni a venire. Il Covid ha innescato una seconda epidemia, con un costo umano e sociale ancora difficile da decifrare, perché a rilascio lento. Ma si presenterà, non molto meno elevato del Covid stesso.  Proprio per questo occorre una riflessione informata sui buchi che si sono registrati nel sistema sanitario e nei singoli sistemi sanitari regionali. L’opposizione in Umbria dovrebbe proprio su questo incalzare la maggioranza e pretendere un report dettagliato su quanto avvenuto e sull’impatto dei ritardi e cancellazioni, oltre a quello delle visite e terapie non fornite fino ad oggi. Sulle cure rimandate, sui servizi tagliati e sulle rimodulazioni delle attività, sulle procedure o decisioni omesse e le loro conseguenze. Agli umbri non interessa molto se l’assessore Coletto ha raccolto le firme della Lega in un banchetto a Verona, tantomeno avvertono la necessità di commissioni d’inchiesta. Sono, invece, interessati a capire cosa sia effettivamente avvenuto, dall’inizio della pandemia ad oggi, nelle strutture sanitarie umbre. Quello che Cognetti definisce ” l’incredibile disastro clinico-assistenziale” degli ultimi quindici mesi, in Umbria cosa ha significato per i malati non Covid ? Le diagnosi non fatte, le visite annullate e gli esami rinviati hanno favorito la sanità privata ?  La sanità pubblica è stata indebolita ? Su queste e altre questioni è giunto il momento di un confronto informato per evitare un silenzio su quanto non è emerso e che deve ancora emergere.