Svolta Treofan, accordo tra Jindal e Visopack: Terni hub per l’industria chimica nazionale. Totale riassunzione dei lavoratori

Finalmente c’è la firma: accordo preliminare fra Treofan e Visopack per la cessione dello stabilimento ternano dagli indiani di Jindal all’azienda polacca. “Si tratta di un primo passo verso la reindustrializzazione del Polo chimico di Terni”, commenta la Cgil. Dopo quattro anni di una vertenza estenuante anche il management europeo della Treofan ha condiviso con il liquidatore che la soluzione Visopack era l’unica possibile per uscire da una situazione di forte impasse. In attesa della convocazione del tavolo al Ministero e della formalizzazione dell’accordo con la firma del preliminare si è compiuto un concreto passo in avanti. Una conclusione che toglie lo stabilimento della Treofan dal rischio di speculazioni. “Un accordo che favorisce la totale riassunzione dei lavoratori “, rivendica la Ugl chimici. “Non abbiamo mai accettato l’idea che fosse possibile chiudere lo stabilimento – ha detto Sergio Cardinali della Cgil nazionale – e smantellare un sistema produttivo che ha avuto sempre un ruolo primario nel panorama del packaging nazionale ed europeo. Determinante è risultato anche il fatto di avere respinto le varie offerte che non avevano le caratteristiche necessarie ad una ripresa produttiva che prevedesse la completa occupazione di tutti i lavoratori in cassa integrazione ormai da anni. Si tratta di una vittoria di squadra che consente a Terni di candidarsi di nuovo ad essere un fondamentale hub per l’industria chimica nazionale”. Infatti, spiega Cardinali, oltre alla definizione dell’accordo Treofan-Visopack, vi è anche l’acquisizione della Novamont da parte di Versalis, che porta il campione nazionale della chimica a Terni e che, una volta definito il responso dell’Antitrust, potrà essere coinvolto nel progetto di rilancio del polo. L’obiettivo è quello di riportare l’industria ternana al vertice del sistema manifatturiero nazionale, come già avvenuto nella prima e seconda rivoluzione industriale dei secoli scorsi, tale da farli guadagnare l’appellativo di “Manchester italiana”.  Finalmente, dopo tanti sacrifici, afferma Davide Lulli della Rsu Cgil, ” i lavoratori vedono aprirsi di nuovo le porte dello stabilimento”.