Allarme mafia in Umbria, la Fondazione Caponnetto: “Ecco i clan che mirano all’Umbria”

TUORO – “In Umbria la mafia c’è e vuole colonizzarla”. Lo sostiene Salvatore Calleri, presidente della  Fondazione “Antonio Caponnetto” durante la presentazione del rapporto antimafia presentato a Tuoro sul Trasimeno. “Dalle attività svolte emerge una situazione delicata in merito alla presenza di organizzazioni mafiose attive in Umbria”, ha aggiunto Calleri secondo cui devono essere presi in considerazione diversi fattori a partire dai soggetti appartenenti a organizzazioni criminali inviati in Umbria in soggiorno obbligatorio. “Scelgono altresì l’Umbria – ha proseguito Calleri – sodalizi mafiosi in fuga o in cerca di silenzio per la tranquillità che tale territorio offre e per la facilità nel riciclaggio del denaro sporco.

Secondo il rapporto in Umbria sono presenti gruppi camorristici in particolare clan Di Caterino, Ucciero, Schiavone, Terracciano, Gallo, Magliulo, Fabbrocino, ‘ndranghetisti come il clan Pollino, Mancurso, Molè, Bellocco, Farao Marincola, Morabito, mafiosi come Carini e Palermo.

In base al rapporto sono stati rilevati anche gruppi laziali di mafia capitale, Magliana, Sacra Corona unita e gruppi stranieri di albanesi, colombiani, nigeriani, rumeni, nordafricani e cinesi.

La situazione in Umbria quindi non è da sottovalutare “con il rischio – conclude Calleri – di venire colonizzata dalle organizzazioni criminali mafiose. Con un fatturato plausibile delle varie organizzazioni criminali, stimabile in Umbria tra i 2 e i 3 miliardi di euro”

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