Bandiera d’Europa esposta il 21 marzo, la presidente Marini dice sì

PERUGIA – “Ringrazio Romano Prodi per la proposta, espressa attraverso ‘Il Messaggero’, di esporre dalle nostre finestre, nelle nostre strade e nelle nostre piazze milioni e milioni di bandiere europee, nella giornata del 21 marzo perché quel giorno deve simbolicamente richiamare il primo giorno della primavera europea, perché – ha scritto il presidente Prodi – ci ricorda San Benedetto, che non solo è il patrono d’Europa ma che, nel secolo più buio del disfacimento dell’impero romano, ha fatto appello ai nostri valori comuni per ricostruire l’anima e la stessa economia dell’Europa di allora”: è quanto scrive la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in una lettera inviata al Direttore del quotidiano che ha pubblicato l’intervento del presidente Prodi.

“Per scaldare i nostri cuori abbiamo anche bisogno di simboli: la bandiera è il simbolo più comprensibile e immediato che noi possediamo. Non è un compito facile perché anche la bandiera deve essere fabbricata, distribuita da mille e mille associazioni, accolta da milioni e milioni di persone (#uneuropapernoi) e spiegata a tutti nel suo significato etico, politico, economico e sociale. Non sarà questo un gesto rivoluzionario, ma sarà certo utile per capire quanto la scelta o il rifiuto dell’Europa saranno decisivi per il nostro destino futuro”.

“Il richiamo di Prodi al Santo di Norcia  – scrive la presidente – ricorda la grande opera che, prendendo avvio dalla Regola benedettina e attraverso l’impegno missionario dei tanti monaci, contribuì a fondare la moderna Europa, costruendo città, bonificando interi territori e salvaguardando antichissimi patrimoni culturali, mettendo al centro i valori universali della pace, del lavoro e della cultura. Sono i valori che ancora oggi (anzi, soprattutto oggi) dovrebbero spingerci ad operare per rifondare una Europa che non sia unita soltanto dalla finanza, ma che rappresenti una speranza di futuro per le nostre generazioni e per i nostri giovani. Ed allora anche un gesto simbolico, come quello della bandiera, può rappresentare la voglia di affermare una comune identità e un comune progetto, e risvegliare sensibilità che sembrano scomparse di fronte alle minacce, alle paure, alle divisioni provocate da egoismi e convenienze che, come si dice sempre, preferiscono innalzare muri piuttosto che cercare il dialogo e l’incontro con gli altri. E che, portati all’esasperazione, sfociano in tragedie come quella dell’uccisione del sindaco di Danzica, Pavel Adamovich, (che ho avuto modo di conoscere personalmente nel Comitato delle Regioni e della città d’Europa e di apprezzare per il suo convinto europeismo), o dei tanti morti e profughi che vengono abbandonati nel Mar Mediterraneo.

“Dobbiamo reagire, non c’è dubbio – prosegue la presidente Marini – Dobbiamo recuperare il senso di comunità che abbiamo perduto, dobbiamo certamente tornare a “scaldare i nostri cuori”, come scrive Prodi, ed appassionarci ad un impegno civile e politico che ci aiuti a ricostruire quello che abbiamo contribuito a distruggere. Modificando quello che non funziona e valorizzando quel tanto di positivo che si è fatto. In epoche diverse, due rivoluzionari come Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi ci sono riusciti ed hanno rimesso in piedi quelle società disgregate dei propri tempi. Ripartiamo da loro, l’Umbria è orgogliosa di questo ed il 21 marzo ci saranno senz’altro le bandiere dell’Europa sui nostri balconi, ma, anche attraverso la Giornata della Bandiera dell’Europa, facciamo capire a tutti che oltre al nostro impegno, che c’è e ci sarà sempre, per raggiungere questi obiettivi c’è bisogno dell’impegno di tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.