Ex Merloni, i sindaci scendono in campo: “Servono atti concreti per il rilancio”. Si chiede un consiglio regionale in loco e la convocazione urgente al Mise

NOCERA UMBRA – Sono scesi in campo direttamente i sindaci di Nocera Umbra e Gualdo Tadino sulla Merloni, chiedendo impegni concreti di Regione e Governo. “Un’iniziativa organizzata per cercare di ottenere qualcosa di concreto ai piani alti – hanno detto –  dove troppo spesso le risposte tardano ad arrivare. Il territorio tra Gualdo Tadino e Nocera Umbra ha infatti bisogno di lavoro e l’obiettivo dei Sindaci Presciutti e Bontempi è quello di ottenere dalle Istituzioni opportunità occupazionali vere, per poter dare un futuro migliore a chi vive in questa zona”. Durante l’incontro, alla quale erano presenti anche diversi dipendenti dell’Ex Merloni, i due primi cittadini hanno così letto una missiva, che è stata inviata al Ministro allo Sviluppo Economico Calenda, al ViceMinistro allo Sviluppo Economiche Bellanova, al Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, al Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria Donatella Porzi ed ai Parlamentari eletti in Umbria, per chiedere un impegno concreto ed immediato da parte del Governo Nazionale e Regionale.

Questo il testo della lettera: La vertenza ex Merloni si colloca, per numero di addetti diretti ed indiretti, fra le crisi industriali più importanti del paese. Il territorio coinvolto consta di una popolazione di circa 70.000 abitanti nella fascia appenninica dell’Umbria, con un’incidenza che nell’ultimo decennio ha visto “sparire” più di 1.000 posti di lavoro diretti, più altrettanti dell’indotto, senza contare la tante attività del commercio e dei settori dell’artigianato e dei servizi che hanno progressivamente chiuso i battenti, nella sostanza il numero degli occupati è calato complessivamente nel territorio di oltre 5.000 unità. La continua emorragia sembra non arrestarsi e purtroppo ad oggi, al contrario di quanto avvenuto ed avviene per altri territori della nostra Regione e non solo, non c’è stata a nostro avviso l’attenzione necessaria. La recente crisi sismica che ha coinvolto anche il nostro territorio rischia di diventare la goccia finale di un vaso che sta per traboccare. Comprendiamo e condividiamo la giusta attenzione nei confronti dei territori della Valnerina e delle attività produttive che vi insistono, ma ci permettiamo di sottolineare come tutto il territorio della fascia appenninica che ormai da anni vive in condizioni drammatiche ad oggi non abbia ancora trovato risposte e strumenti adeguati ormai non più procrastinabili. Solo per quanto riguarda i lavoratori in forza alla ex Merloni ad oggi la situazione vede una doppia difficoltà del tutto irrisolta:

– 350 sono gli addetti che sono senza reddito ed hanno esaurito il beneficio degli ammortizzatori sociali (150 ad ottobre 2015 e 200 lo scorso 12 ottobre 2016) ai quali si aggiungeranno altri 200 a scadenza ottobre 2017
– 350 sono invece i lavoratori riassorbiti sul versante Umbro da JP Industries ed altrettanti sono quelli sul versante marchigiano, ma anche questa vicenda si è ben presto arenata in una pastoia di contenziosi che nei fatti ha impedito agli assunti di lavorare, tanto che ad oggi sono in regime di ammortizzatori sociali anche loro.

Diventa quindi urgentissimo un intervento di Governo e Regione che dovrebbe esplicitarsi su un duplice versante:

– Per gli addetti ormai licenziati e senza nessun sostegno al reddito la situazione è drammatica, occorrono misure che diano tempi e risorse certe per la riconversione industriale del territorio, strumenti snelli che possano consentire alle aziende che volessero investire (ed alcune ce ne sarebbero) di poterlo fare. Il tanto sbandierato accordo di programma nei fatti non ha funzionato e non ha prodotto né investimenti, né nuova occupazione. Ci sono idee progettuali che anche i comuni hanno più volte esplicitato ma che non hanno trovato risposte e soluzioni.
Sembra paradossale ma nello stesso giorno in cui si è firmato l’accordo ministeriale per il riconoscimento dell’Area di crisi complessa Terni – Narni, altri 200 lavoratori della fascia appenninica, territorio inspiegabilmente non inserito in quel provvedimento, hanno perso definitivamente il posto di lavoro ed ogni forma sostegno al reddito.

– Sul versante JP di Giovanni Porcarelli, la fase di stallo e di contenzioso con le banche che dura ormai da anni, rischia di mettere a repentaglio il possibile futuro anche di quella realtà, occorre in questo caso un intervento deciso del Governo sia nei confronti delle banche che dell’imprenditore che deve esplicitare una volta per tutte e fino in fondo il proprio piano industriale.

A tutto ciò si somma la grande difficoltà che vivono settori una volta trainanti come la ceramica e l’edilizia e tutto l’indotto legato ad essa.
Il territorio è allo stremo, quotidianamente purtroppo incontriamo cittadini e famiglie in enorme difficoltà che non sanno non come arrivare a fine mese, ma come arrivare alla settimana successiva, la situazione è davvero drammatica, necessitano interventi immediati.
Per troppi anni abbiamo assistito ad una lunga sequela di buoni propositi, atti parlamentari e regionali che non hanno portato a nulla di concreto, forse non è elegante usare questo termine proprio in questi giorni, ma noi un vero e proprio terremoto sociale sono anni che lo stiamo vivendo.
Per tutte queste ragioni, per rendere esplicite ed evidenti le possibilità di investimento sul territorio, siamo a chiedere un impegno concreto ed immediato da parte del Governo Nazionale e Regionale, chiediamo di essere convocati urgentemente in sede Ministeriale e la possibilità di poter ospitare una seduta straordinaria ed aperta del Consiglio Regionale monotematica da tenersi sul nostro territorio. Certi di un vostro cortese riscontro, porgiamo distinti saluti.

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