Foligno, confronto a tutto campo sulla sanità tra Comune, Usl e sindacati

Si è parlato delle difficoltà organizzative che permangono all’interno dell’ospedale di Foligno, di liste d’attesa da recuperare, di case di comunità e investimenti futuri, di polo unico ospedaliero con Spoleto e di sanità del territorio. È stato un incontro svolto “in un clima di franchezza e collaborazione” quello che i sindacati, Cgil, Cisl e Uil del territorio folignate, insieme alle categorie dei pensionati (Spi, Fnp e Uilp) e a quelle dei lavoratori della sanità (Funzione pubblica), hanno svolto presso la sede del consiglio comunale di Foligno, con i vice sindaco Riccardo Meloni e con la direzione della Usl Umbria 2.
“L’incontro – spiegano i sindacati in una nota – è stato da noi richiesto per approfondire le ricadute sul territorio comunale e nei comuni di ambito, del piano sanitario regionale pre-adottato, della delibera di giunta regionale n. 152 del 28 febbraio 2022 (su case e ospedali di di comunità) e delle delibere aziendali che prevedono importanti investimenti con fondi del Pnrr.
Nel dettaglio, dall’incontro è emerso che permangono difficoltà organizzative all’interno dell’ospedale di Foligno: manca il direttore di presidio, c’è carenza di molti primari da tempo e c’è la chiusura del “Day surgery”, con riduzione di posti letto di chirurgia multidisciplinare, sostituiti da posti di area medica. Preoccupano anche le liste d’attesa per le prestazioni specialistiche. Su queste i sindacati hanno chiesto maggiore trasparenza di dati, in quanto ad oggi né tramite Cup in presenza, né tramite Cup online si riescono a capire i tempi di attesa per le singole specialità, ma si ottiene solo una generica “presa in carico“ dagli esiti spesso incerti e non consoni con le tempistiche fissate dal medico di base che prescrive la necessità della prestazione.
Per quanto riguarda invece case e ospedali di comunità, i sindacati hanno sottolineato la necessità di rispettare i criteri di riferimento dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), peraltro riportati nella stessa delibera di giunta regionale 152/22. Perciò, avendo il Comune di Foligno una popolazione di 55.831 abitanti e un tasso di indice di invecchiamento (rapporto tra over 65 e popolazione tra 0 e 15 anni) del 202%, vi sono le condizioni per prevedere un ospedale di comunità entro i confini comunali, oltre a quello già previsto nel comune di Montefalco.
Sul futuro polo unico ospedaliero di Foligno-Spoleto, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di conoscere lo stato di avanzamento della analisi e della progettazione del protocollo di integrazione e avere un confronto appena saranno conclusi i lavori della commissione nominata.
Infine, sulla cosiddetta medicina di territorio dai sindacati è arrivato soprattutto un richiamo rispetto al personale: la nuova programmazione, infatti, non può prescindere da un idoneo piano di assunzioni a tempo indeterminato, per consolidare il funzionamento dei vari servizi.
Da parte sua – riferiscono i sindacati – il direttore generale della Usl Umbria 2, Massimo De Fino, apprezzando la richiesta di confronto, ha riconfermato, in relazione ai fondi del PNRR, che la struttura di Montefalco era l’unica su cui era possibile investire per trasformarla in ospedale di comunità, in quanto proprietà della Usl. Ha però aggiunto che c’è la volontà di costituire un’ulteriore casa di comunità a Foligno, oggi non prevista, all’interno di una nuova sede, che verrà realizzata con fondi Inail. Inoltre, il direttore ha fortemente riaffermato la volontà di potenziare le cure domiciliari. De Fino ha inoltre confermato l’ingente investimento per adeguamento sismico dell’ospedale di Foligno.
Sul tema del polo ospedaliero unico con Spoleto la direzione della Usl ha garantito, già prima dell’estate, un confronto sul nuovo progetto di integrazione, elaborato da un gruppo di lavoro di esperti per valutarne insieme le importanti ricadute in merito ai servizi e all’organizzazione del personale.
Infine, sulla delicata questione delle liste d’attesa c’è da parte dell’azienda disponibilità ad approfondire i dati e conseguentemente affrontare tutte le criticità ancora irrisolte.
“Come sindacato – concludono i responsabili territoriali di Cgil, Cisl e Uil, Angelo Scatena, Bruno Mancinelli e Nicola Brauzzi – monitoreremo con la massima attenzione questa importante fase di riassetto della nostra sanità, sempre più convinti che debba essere potenziata con tutte le professionalità necessarie, ancora carenti, e debba rimanere pubblica e universale”.