Lavoro e Fase due, Biagioli (Uil): “Un nuovo patto sociale per investimenti e nuovo welfare”

PERUGIA – “Un nuovo patto sociale, per ripartire subito, ma soprattutto in sicurezza, sfruttando la fase di allentamento graduale del lockdown per andare a intervenire su alcune problematiche esistenti”. Così Federico Biagioli, responsabile Uil Alta Umbria commentando la fase di ripartenza dell’economia italiana.

“Ora tocca a noi tutti, mondo operaio e imprenditoriale, parti sociali e associazioni di categoria. Bisogna ripartire – spiega Federico Biagioli –  e bisogna farlo in sicurezza mettendo al primo punto all’ordine del giorno quello che è immediatamente cantierabile con la SS 219 della Pian d’Assino, le Case della Salute di Gubbio e Gualdo Tadino, il completamento della E78. Potrebbe essere questo un buon modo di dare ossigeno alla nostra economia, così come è quanto mai necessario un massiccio intervento per mettere in sicurezza le nostre scuole, sfruttando il prolungato periodo di chiusura. Ma per assicurare realmente sicurezza, anche nei luoghi di lavoro, sarà imprescindibile un investimento in sanità, effettuando tamponi a tappeto per mappare bene la malattia. Una garanzia di sicurezza e salute per chi passa gran parte della giornata nell’ambito aziendale”.

“Un piano di questo tipo e investimenti importanti e strategici – prosegue Biagioli – hanno bisogno dell’impegno di tutti. Rigetto quindi qualsiasi illazione legata all’idea che il sindacato abbia, in questa fase, rallentato o bloccato il lavoro. Abbiamo lottato per mettere in sicurezza le persone, intervenendo laddove aziende non facevano rispettare i protocolli del governo. Ma abbiamo anche difeso e aiutato tutte le aziende virtuose del territorio. Non serve a nessuno fare demagogia: occorre invece mettere da parte polemiche e discussioni, bisogna tutti remare dalla stessa parte perché avremo periodi difficili davanti per quanto riguarda l’economia”.

“Come non toccare, in questa riflessione, il capitolo dello smart working. La quarantena ci ha insegnato che lavorare da casa è possibile – spiega Biagioli – dimostrando anche l’impegno dei lavoratori, che non viene meno anche dalle mura domestiche. Uno spunto che deve spingere la filiera produttiva a ripensarsi, non costringendo più molte donne a dover scegliere tra la carriera e la famiglia”.

“Lanciando un appello al Governo – conclude Biagioli – serve una iniezione di liquidità a sostegno del lavoro, del welfare, delle famiglie e delle imprese. No ai sistemi di indebitamento, che spostano più avanti il problema. Serve un’Europa solidale secondo le linee guida del Manifesto di Ventotene, non un’Europa a due velocità che riporterebbe lo scenario a prima della nascita dell’Euro”.