Luppolo e birra artigianale “made in Umbria” come olio e vino grazie alla Filiera corta umbra
Luppolo e birra artigianale come prodotti agricoli legati al territorio, ormai quindi come l’olio e il vino. Quello che sembrava solo un sogno ora è realtà visto che è possibile oggi una birra tutta made in Umbria, con l’obiettivo presto anche di un marchio Igt.
Ora c’è davvero tutto, dalla ricerca alla produzione fino alla filiera, grazie al bando sulla Filiera corta del Luppolo in Umbria con il quale la regione si sta caratterizzando come leader nazionale nella produzione di luppolo.
Questi i temi della tappa umbra della “Italy Beer Week”, contrassegnata dalla presentazione di quello che ormai è il modello umbro di filiera del luppolo, fatto di innovazione, aggregazione e sostenibilità, che proprio dall’Umbria è partito facendo scuola a livello nazionale.
In occasione dell’importante evento dedicato alla birra, che si sta svolgendo in tutta Italia (20-26 marzo 2023), venerdì 24 marzo a Perugia, nella sede Brand Culturale (agenzia creativa multidisciplinare che lavora proprio sulle progettualità condivise e sulle sinergie), oltre che in diretta social e su YouTube, si è svolto un “Beer&Hop Talk” dal titolo “La Filiera corta del Luppolo in Umbria: un modello di innovazione, aggregazione e sostenibilità”.
L’esperienza virtuosa umbra è resa possibile grazie alla Rete di imprese “Luppolo Made in Italy”, con sede a Città di Castello, realtà che opera grazie al Piano di Sviluppo Rurale della Regione Umbria che ha introdotto una Misura di sostegno allo sviluppo della Filiera del Luppolo e una Misura di sostegno alla promozione del Luppolo prodotto in Umbria.
“Grazie ad Italy Beer Week – ha affermato Stefano Fancelli, presidente di Luppolo Made in Italy – portiamo all’attenzione del mondo della birra l’esperienza della filiera del luppolo umbro, visto che quello della Regione Umbria è il primo bando di promozione della filiera corta del luppolo a livello nazionale. Siamo quindi a disposizione del mondo della birra artigianale italiana anche per superare il concetto di bevanda della socialità e arrivare a quello di eccellenza del Made in Italy. Considerare luppolo e birra artigianale tra i prodotti italiani di eccellenza è la novità assoluta”.
Per Roberto Morroni, vicepresidente Regione Umbria e assessore regionale all’agricoltura, far partire dall’Umbria la filiera nazionale del luppolo è stata una “sfida”. “Abbiamo il coraggio di osare e di guardare avanti perché lo possiamo fare” ha detto Morroni per poi aggiungere: “Ci siamo messi alla prova per vedere quello che oggi non c’è. Mi piace quando si parla di utopia, qualità e sinergie. In Umbria abbiamo tutto, dalla ricerca con il Cerb fino alla rete di produttori che hanno conquistato un ruolo di evidenza nel panorama della produzione. Su questo abbiamo utilizzato risorse del Psr per creare la filiera luppolo”. Tutto mosso da una “precisa volontà politica” ha proseguito Morroni: “Non ci interessa una agricoltura mantenuta, quella da contributi comunitari che oggi è maggioritaria. Questa situazione transitoria non vale all’infinito. L’impresa agricola deve essere messa nelle condizioni di fare profitto producendo ricchezza e creando valore. Per far questo occorre l’aggregazione, perché piccolo e solo non è più sinonimo di bello. Bisogna metterci insieme per creare qualcosa di più grande”.
Di “lavoro importante” svolto con tutti gli attori della filiera ha parlato Matteo Bartolini, vicepresidente nazionale CIA e presidente regionale Umbria, sottolineando poi che questo ha portato a compimento “un progetto di ricerca condiviso con la Regione che ha messo in piedi il primo bando regionale sul luppolo a livello nazionale”. “Oggi – ha aggiunto – c’è un consumatore più attento e alle sfide dell’agricoltura va dato un nuovo quadro di opportunità. Ed in questo caso si può parlare di ‘glocalizzazione’ per identificare un prodotto e legarlo al territorio anche come veicolo di promozione turistica”.
La Italy Beer Week è l’evoluzione della Settimana della Birra Artigianale, iniziativa che dal 2010 celebra la birra di qualità, nazionale e straniera. L’edizione 2023 vede la partecipazione di 350 aderenti in tutta Italia, che stanno proponendo eventi e promozioni a tema.
L’Umbria non poteva mancare quindi ed è stata così sotto i riflettori con il suo modello di Filiera del Luppolo, punto di riferimento nel panorama nazionale per la filiera della birra, dopo che di recente se ne è parlato anche al Beer&Food Attraction di Rimini.
“L’Umbria da sempre esprime qualità per la birra artigianale – ha sottolineato Salvatore Cosenza di Italy Beer Week – mancava solo il passo in più della filiera, necessario per dare valore, per realizzare quindi la birra come prodotto agricolo legato ai territori. Oggi l’agricoltura è pronta a supportare i birrifici”.
Sull’importanza anche della ricerca, oltre che della rete di impresa, si è poi soffermata Ombretta Marconi, direttrice del CERB Centro di Eccellenza di ricerca sulla Birra dell’Università degli Studi di Perugia.
Durante l’incontro si è parlato anche delle varie esperienze che stanno nascendo di birre realizzate solo con luppolo umbro. “Quando abbiamo iniziato a ragionare sul progetto birrificio – ha dichiarato Antonio Boco di Birra Perugia e in rappresentanza di UnionBirrai Umbria – nella metà degli anni duemila l’attenzione era sulla produzione. Le cose sono cambiate, il mercato oggi è in una fase diversa, i birrifici si sono strutturati e si sono ancorati all’agricoltura, passaggio necessario per ridare alla birra lo status di prodotto ‘made in Italy’ legato con la filiera agricola e il territorio”.
“Parlare di materia prima italiana per i birrifici sembrava impossibile – ha proseguito Marco Farchioni di Mastri Birrai Umbri – ma abbiamo dimostrato che si può fare del luppolo buono, che si può fare del malto buono. Il prossimo passo è quello di proteggere questa realtà, quella che oggi ci porta a poter realizzare una birra ‘made in Umbria’ e di pensare che è possibile anche un marchio Igt. Ci sono le certezze della produzione, della filiera e anche della ricerca, con il Cerb. Investiamo ancora in questa utopia”.
Durante l’incontro, coordinato dalla giornalista Cristiana Mapelli, sono arrivati anche i saluti di Matteo Minelli (Birra Flea), che anche come vicepresidente nazionale di Assobirra ha sottolineato l’importanza della filiera agricola come opportunità di crescita della qualità e del valore dei nostri marchi nazionali e regionali di birra.
Umbria quindi sempre più “terra della birra”, tanto che si sta pensando, come ha annunciato infine il presidente di “Luppolo Made in Italy” Fancelli, anche a un grande “Festival della birra umbra” con il coinvolgimento di tutti i birrifici della regione e degli altri attori della filiera.