Eskigel a Terni, via alle esternalizzazioni. Attacco del M5S

TERNI – Dura presa di posizione del capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, sulla vicenda Eskigel a Terni. “Un’azienda di successo come Eskigel – dichiara Liberati – fa passare il Natale e da il via a esternalizzazioni selvagge. I lavoratori perderanno così da 300 a 500 euro in busta paga per fare le stesse cose di prima. Diritti bellamente calpestati”. Eskigel, già Eskimese, partita dal nulla, da Temi seppe farsi largo in un settore dominato da autentici giganti. Non erano tutte rose e fiori, ma c’era un’Italia diversa e gentile in cui un dirigente di nome Faccenda, già direttore della produzione dello stabilimento Algida di Napoli, giunse qui per felice intuizione dei proprietari di allora, la famiglia De Santis. Il dottor Faccenda, con abnegazione e straordinaria competenza, rilanciò il marchio, dedicandovisi fino alla morte. Anche negli ultimi suoi giorni, piegato dall’età, tornava qui ogni volta, fmo alla fine, quando venne caldamente salutato da imprenditori e maestranze. Certe storie sanno di nostalgia per un mondo apparentemente perduto per sempre”. “Oggi – spiega il capogruppo regionale del M5S Liberati – non pochi lavoratori Eskigel, che resta impresa leader, devono decidere se rimanere a casa oppure perdere centinaia euro al mese m busta paga. Ci chiediamo se sia giusto che coloro che, per anni, hanno lavorato tramite contratti stagionali, ora, trasformata l’impresa m multinazionale, debbano rinunciare a diritti non solo economici per essere assunti da una cooperativa e con contratto a termine. E normale che, appena i sindacati della triplice entrano in azienda dopo un ostracismo durato decenni, i lavoratori, anziché essere tutelati, perdano chances?”. “Intanto – conclude Liberati – il dottor Faccenda non c’è più. E nemmeno quell’Italia, ridotta alla ‘morta gora’ che conosciamo grazie alle silenti o plateali collusioni di ampi brani della classe dirigente nazionale e nostrana. E grazie pure all’indolenza dei troppi che non hanno protestato quando bisognava farlo”.

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