Preci, convegno del Parco dei Sibillini sulla biodiversità

PRECI – È stato un incontro importante quello tenutosi a Preci giovedì 7 e venerdì 8 marzo, organizzato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente, per presentare le migliori esperienze in tema di biodiversità su cui l’Ente sta lavorando da tempo: “La gestione del capitale naturale nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini”, questo il titolo del convegno, cui hanno partecipato numerosi studiosi ed esperti che collaborano o hanno collaborato con il Parco.

Dopo i saluti istituzionali affidati al vice sindaco di Preci, Paolo Masciotti, e al presidente del Parco, Alessandro Gentilucci, che hanno rimarcato l’importanza di saper conciliare “mondo naturale” e “mondo produttivo”, ossia l’esigenza della tutela del patrimonio naturale con la necessaria presenza dell’uomo soprattutto nell’ottica della ripartenza post sisma di tutta l’area dei Sibillini a rischio desertificazione, sono stati presentati i diversi progetti che l’Ente Parco sta portando avanti in diversi ambiti legati appunto alla gestione e conservazione della biodiversità: dal camoscio appenninico al gatto selvatico, dall’arvicola delle nevi al lupo, dal chirocefalo del Marchesoni all’avifauna, e più in generale una panoramica sullo stato di conservazione degli ecosistemi e sulle modalità di “protezione” attivate dai Carabinieri Forestali.

Di seguito alcuni dati generali per capire il valore della biodiversità presente nel territorio del Parco:

sono oltre 1900 le specie floristiche, 50 quelle dei mammiferi, 114 di uccelli nidificanti, 16 di rettili, 14 di anfibi, 831 di lepidotteri. Di tutte queste ben 70 sono specie di interesse comunitario. Relativamente ai lupi si attestano, indicativamente, per il 2018 circa 75 unità, per il camoscio appenninico circa 130, mentre la popolazione di cinghiali è al di sotto dei 600 individui. Ovviamente si tratta di stime realizzate con sistemi di mappatura scientifici che danno una informazione abbastanza precisa sulle quantità e gli spostamenti dei branchi o dei gruppi famiglia.

“Le attività di ricerca e monitoraggio sono la base per attuare interventi diretti sul territorio per raggiungere l’obiettivo di conservazione delle specie, anche in relazione alle direttive comunitarie” sottolinea Carlo Bifulco, direttore del Parco. “L’aver riunito qui, a Preci, per la prima volta dalla istituzione del Parco avvenuta 25 anni fa, tanti studiosi per fare il punto sullo stato di salute dei Sibillini dal punto di vista naturalistico, è un ottimo risultato perché ci ha permesso un confronto, a tratti animato ma mai sterile, che servirà a tracciare le linee per il futuro. E possiamo dire che il Parco, nonostante tutto, gode di buona salute anche se alcuni segnali – conclude Bifulco – costituiscono dei campanelli d’allarme che non possiamo ignorare”.

Tutti gli interventi hanno affrontato specifici argomenti oggetto di progettualità appena concluse o ancora in essere nei territori del Parco. Interessante la scoperta dell’autoctonia del camoscio appenninico grazie alle ricerche genetiche sul dna antico realizzate dal prof. Vincenzo Caputo Barucchi dell’Università Politecnica delle Marche, o ancora la ricerca storica sul naturalista ascolano Antonio Orsini affidata a Maria Luce Sestili, e le indagini in corso, in collaborazione con l’Università di Perugia, sul chirocefalo del Marchesoni che vive nel lago di Pilato. Il comandante del Reparto Carabinieri Parco, Silvano Sampalolesi, ha presentato le diverse attività dei Carabinieri Forestali, dal contrasto del bracconaggio al controllo dell’uso illegale del veleno in esche, dalla sorveglianza dei flussi turistici nelle aree di maggior interesse al servizio antincendio boschivo. Infine la tavola rotonda presieduta dal vice presidente di Europarc Federation, il portoghese Paulo Castro, cui hanno partecipato diversi stakeholders ognuno portando proprie riflessioni e contributi al tema del convegno.

Conclusioni affidate a Franco Ferroni, consigliere del Parco, secondo cui “le attività di ricerca presentate in questo incontro rappresentano l’anima del Parco, la sua essenza più vera, dato che il suo principale compito è la tutela del territorio. E la ricerca – sottolinea – ha anche un valore di tipo economico poiché ingenera lavoro per tanti ottimi professionisti. Come Ente Parco dovremmo sforzarci per aumentare le risorse a disposizione per la ricerca scientifica”.

Soddisfatto Alessandro Gentilucci, presidente pro tempore del Parco: “chi vive questi territori quotidianamente, come il sottoscritto, sa bene quanto il patrimonio naturale rappresenti una ricchezza straordinaria da salvaguardare e valorizzare. Dobbiamo far sì però che le politiche del Parco si corroborino con le esigenze di chi vive questi territori, quindi con esigenze anche economiche, per consentire e mantenere l’antropizzazione. È necessario individuare tutte le modalità per garantire una rinascita del territorio dei Sibillini che consenta di conservare il giusto equilibrio tra uomo e natura. Non possiamo sacrificare l’uno a scapito dell’altro. Dobbiamo essere capaci di far camminare le due cose insieme, altrimenti la sfida sarà persa per tutti.”

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