Terni, il Centro Studi Malfatti contro l’abbattimento della Telfer

TERNI – Il Centro studi Malfatti all’attacco della Giunta comunale e di chi pensa di buttare giù la Telfer. “Siamo alle solite – dice una nota del direttivo –  nuova Giunta, stesso stile. Certo che per buttare giù un altro pezzo di archeologia industriale non c’era bisogno di una eccellenza, o di un nuovo assessore, bastava lasciare mano libera a quelli che volevano demolire la Telfer molti anni fà, distruggendo il più imponente manufatto del genere in Europa, proprio nella città dell’acciaio, dove produrre e sostituire le parti
ammalorate sarebbe stato poco più che un gioco da ragazzi. Non possiamo dimenticare che nella nostra acciaieria si sono formati i migliori ingegneri siderurgici del mondo, che qui si sono prodotti elementi di caldareria per le centrali nucleari, elementi per le raffinerie, le navi, anche da guerra, fucinati anche di enormi dimensioni”.

“E ci vogliono convincere che qui, a casa nostra, non si possono realizzare pochi
profilati per sostituire quelli corrosi dalla ruggine? E che non si riesce a concordare una forma di sponsorizzazione da parte dell’Acciaieria, come è già stato fatto per il pennone della fontana di Piazza Tacito? E’ proprio nei momenti difficili e nelle situazioni complesse che si vedono i cavalli di razza. Evidentemente anche questo assessore palesa le stesse qualità dei precedenti, per favore non parliamo di “Terni libera”, è meglio. E poi, venendo all’aspetto giuridico, se proprio vogliamo approfondire, come mai se quel manufatto rappresenta da parecchi anni un pericolo per la pubblica incolumità non è
mai stata emessa una ordinanza urgente per la chiusura al traffico della sottostante strada provinciale e la sospensione delle attività di rafting che sono svolte sistematicamente proprio sotto la Telfer, compreso anche un campionato italiano di canoa under 23 nel 2015? E adesso, oggi, dove sarebbe l’urgenza? E l’elemento della contingibilità? Terni ha bisogno di manager veri, visionari, capaci, esperti, di distruttori e pseudopalazzinari ne abbiamo visti per decenni. E preferiamo tacere sul fatto che si torni
a parlare di questo argomento proprio sull’onda emotiva della disgrazia di Genova, crediamo che ognuno sia in grado di fare le deduzioni più opportune in merito”.

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