Perugia, tutti in strada contro le mafie

PERUGIA – Giovani, tanti giovani. Tutti in lungo corteo partito da piazza del Bacio e concluso a piazza IV novembre. L’Umbria ha onorato così la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, con Perugia tra le principali realtà umbre. Tanta emozione quando c’è stata la lettura dei mille nomi delle vittime della mafia. Un momento in contemporanea nelle altre due piazze. In diretta da Messina è stato poi ascoltato il discorso di don Luigi Ciotti. “Prima di parlare, di criticare – ha detto don Ciotti – si deve toccare concretamente con mano la meraviglia di questi ragazzi, delle associazioni e dei movimenti dei gruppi. Il fine di Libera non è Libera, ma l’impegno per il bene comune”. Un grande segnale per il sacerdote che ha mobilitato in tutta Italia 350mila persone. ”

“È con loro – ha detto – che dobbiamo costruire ponti di memoria e luoghi di impegno ovunque per sottolineare la trasversalità delle cose positive, ma anche delle presenze criminali mafiose. Il nostro Paese ha bisogno di ponti: quelli che allargano le coscienze e traghettano le speranze. Abbiamo bisogno di un’opera quotidiana di cittadini responsabili capaci di tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento. Il problema ancora una volta sono un’accelerazione dei tempi e un chiarimento netto sulle priorità che Parlamento e governo devono darsi. Appunto, c’è una grande riforma da fare in Italia: la riforma delle nostre coscienze”.

In Umbria in molti sono stati vicini, fisicamente o meno, alla manifestazione. Su tutti la presidente dell’Assemblea legislativa Donatella Porzi, che ha scelto anche il proprio profilo Facebook per dimostrare vicinanza: “Ogni 21 Marzo, primo giorno di primavera – ha detto la Porzi – Libera celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, perché nel risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale. Istituire la Giornata Nazionale è doveroso ma il modo migliore per ricordare tutti quegli uomini e quelle donne è perseguire sempre il bene comune, con onestà e legalità, in maniera libera ed indipendente. E incarnare per primi quel messaggio che Rosario Livatino condensò in poche parole: ” Quando moriremo non ci verrà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili”

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