Spoleto, l’America dopo la grande depressione raccontata nel nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe
SPOLETO – In anteprima assoluta a Spoleto, nell’ambito del cartellone di Spoleto d’Estate, debutta, all’Auditorium della stella, “Abecedario Americano” (dal 25 al 27 agosto alle ore 18:00), il nuovo spettacolo teatrale del regista Giancarlo Sepe che ha come protagonista l’America alla fine della seconda guerra mondiale, alle prese con la crescita economica e culturale del paese dopo la grande depressione degli anni ’30.
“E’ un onore poter ospitare in anteprima assoluta – ha detto l’assessore alla cultura del Comune di Spoleto Camilla Laureti – il nuovo spettacolo di una delle voci più originali e autorevoli del teatro italiano. Con “Abecedario Americano” Sepe dipinge un suggestivo affresco sull’America dopo la Grande Depressione e conferma Spoleto come fucina di ambiziose e prestigiose operazioni culturali. Insieme a lui e tutti gli altri artisti che hanno scelto la nostra città costruiremo un programma culturale in ogni stagione dell’anno”.
Attraverso i maggiori autori letterari, Steinbeck, Caldwell, O’Henry, O’Hara, Twain, Fitzgerald, Mansfield anche con il contributo di una sola frase o di un solo verso, e con il fondamentale apporto di musiche e canzoni di Sigmund Romberg, Lerner e Loewe, Cole Porter, Jerome Kern, per tracciare una storia verosimile della famiglia americana alle prese con eventi bellici, sconfitte e vittorie, boom economico, crescita culturale; le tragedie di un popolo con i propri giovani sempre allerta per un nuovo conflitto che li vede vittime, o peggio, reduci con tutte le difficoltà della reintegrazione in una società che va a mille all’ora e che non ha il tempo di soffermarsi sui drammi degli altri; le storie di gente comune che vive passioni e tradimenti, nascite e morti con la stessa enfasi vitale, in attesa del prossimo nuovo conflitto che allontanerà i propri mariti, figli e fratelli dalla famiglia, creando dolori, gelosie e vendette, oltre che la dissipazione del tessuto famigliare. Il sogno americano tutt’ora in auge, in realtà cozza con l’instabilità di un mondo che sta sempre sul punto di autodissolversi, dove i valori non hanno più significato. Lo spettacolo prende spunto anche da alcuni dialoghi scritti per il miglior cinema americano, e i canoni di canzoni dei musical più spettacolari, per definire meglio la cultura europea, con riferimenti alla pittura americana, già permeata di una grande teatralità.