Altromare

Perugia, 8 luglio 2016- Il suo dramma ha commosso l’Italia. La sua fotografia in braccio al medico dell’Azienda sanitaria di Palermo, Pietro Bartolo, ha fatto comprendere, più di qualsiasi parole, la tragedia dell’immigrazione. Uno scatto inedito al porto di Lampedusa di Favour, la bimba nigeriana di appena 9 mesi che ha perso i genitori durante la traversata dalla Libia a bordo di un gommone, fa parte del racconto di “Altromare”, mostra fotografica di Nino Randazzo dell’Asp (Azienda sanitaria provinciale) di Palermo, ospitata fino al 17 luglio nelle sale espositive Umbrò di via Oberdan a Perugia.

Sono 71 scatti, distribuiti in “8 stazioni”, per ricordare e comprendere le storie che attraversano l’Altromare. Storie come il salvataggio di Kebrat, il sorriso di Malik ed il disegno di Tarek, ma Altromare – mostra ospitata lo scorso mese dalla Camera dei deputati nella Sala del Cenacolo di Palazzo Valdina – è, soprattutto, il racconto di speranze, sofferenze, illusioni, violenze e morte.

“La maggior parte delle fotografie – spiega l’autore della mostra, Nino Randazzo, addetto stampa dell’Asp di Palermo – documentano la tragedia del 3 ottobre del 2013 quando, a mezzo miglio da Lampedusa, morirono 366 persone. Quella mattina ero l’unico giornalista presente sul molo Favaloro ed ho fatto ciò che avrebbe fatto qualsiasi altro giornalista, e cioè documentare la più grande tragedia del Mediterraneo. Quelle foto (tutte fornite gratuitamente a giornali, tv, agenzie di stampa e siti web, ndr) sono state pubblicate dai quotidiani di tutto il mondo facendo conoscere una tragedia diventata, purtroppo, senza fine”.

Nelle 71 fotografie, tutte realizzate senza attrezzature professionali, ma utilizzando smartphone o tablet, c’è anche il racconto degli sbarchi al porto di Palermo. “Il mare che raccontiamo – ha spiegato il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Antonino Candela – non è quello che per noi è sinonimo di spensieratezza e vacanza, ma quello che è fatto di sogni e speranze che, troppo spesso, si sono trasformati in viaggi senza approdo. La nostra è una testimonianza, ma soprattutto è il tentativo di non far dimenticare queste terribili tragedie”.

“La città di Perugia, proprio nei giorni in cui Umbria jazz eleva al mondo un messaggio universalmente riconosciuto – ha dichiarato Wladimiro Boccali, presidente della Associazione La Pratica del Dubbio- anche attraverso questo evento desidera parlare di solidarietà e di accoglienza non solo ai governi ma anche al popolo”

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