Dis…corsivo. 29 settembre

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Oggi compiono gli anni tanto Silvio Berlusconi quanto Pierluigi Bersani. Fino a qualche anno fa, il destino si era divertito ad accoppiare due natali fra loro così diversi e, a loro modo, importanti per la storia contemporanea dell’Italia.

Il 29 settembre, da qualche anno in qua, è diventato, invece, la data emblematica di come si può invertire il destino, gabbarlo, rimetterlo in discussione, sbeffeggiarlo, renderlo inutile e ridicolo.

Oggi, infatti, non ha più granché senso evocare i due leader e dunque ricordare, semplicemente ricordare, la bizzarria di un 29 settembre del 1936 e di un altro del 1951.

Semmai, la data di oggi può essere un’occasione in più per considerazioni sulla fine irreversibile di un momento politico. Non c’è dubbio, infatti, che il potere di Berlusconi e quello di Bersani siano al loro tramonto. Il primo sta diventando sempre più languido, il secondo sempre più pittoresco. Assomigliano, entrambi, a quei cantanti che hanno avuto carriere sfolgoranti e poi, cambiata l’Italia, si sono trovati senza più pubblico che giustificasse i loro concerti dal vivo.

Molti di quei miti musicali degli anni Sessanta, finita la gloria, hanno trovato il modo di rifarsi delle platee emigrando in altri paesi del mondo, dall’America latina alla Russia, dal Giappone agli emirati arabi.

Berlusconi e Bersani, invece, non avendo a loro disposizione questa chance, l’hanno utilizzata, in ogni caso, piegando i loro fedeli seguaci italiani ad essere latino-americani o russi, giapponesi o arabi. Hanno ancora, infatti, una loro claque, ma questa è fatta più che altro di nostalgici delle loro idee di quando erano capi, di irriducibili fans delle stagioni d’oro passate a credere in un potere eterno, dentro Forza Italia o dentro il Pd che fosse.

La stagione musicale in cui trionfava il genere melodico del politico con la ricetta in tasca, imprenditoriale o socialista, è finita per sempre. Quella in corso, probabilmente, i due leader stentano a capirla perché sembra sempre che vogliano inserircisi, dialogando con i giovani politici al potere, ma poi, visto che così non vanno lontano, tentano sempre il colpo dato con forza, la conta delle loro schiere di fans nostrani in veste di latino-americani, di russi, di giapponesi o di arabi. Puntano sempre a ottenere risultati parziali, purché sia, come dimostra l’anello che ritiene di avere conquistato Bersani con l’elezione diretta dei senatori.

Berlusconi non sta ottenendo attualmente risultati dello stesso livello, ma qualcosa, anche lui, prima o poi si inventerà.

Per ora, come anche Bersani, sembra più che altro “seduto in quel caffè” a “non pensare a te” e a guardare il mondo che gli gira intorno. Già, oggi è il 29 settembre e la canzone di Mogol e Battisti (ma non dimenticate Maurizio Vandelli), per fortuna, quella non invecchia.

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