Regione, la protesta dei provinciali a Palazzo Cesaroni

PERUGIA – Si è conclusa con una votazione unanime su una mozione che “impegna la giunta a promuovere un’azione incisiva per la tutela degli equilibri e dei posti di lavoro” la giornata in consiglio regionale, contrassegnata dalla morbida ma decisa “invasione” dei lavoratori delle Province. Lavoratori preoccupati per le sorti delle Province, ma che sono stati rassicurati dall’assessore Luca Barberini, che ha risposto viste le assenze per impegni istituzionali della presidente Marini e dell’assessore Bartolini.

I dipendenti degli enti a rischio default, insieme ai sindacati, sono arrivati a Palazzo Cesaroni e hanno chiesto di incontrare la presidente Porzi e i capigruppo. Richiesta subito accordata, con l’incontro che si è tenuto nella Sala della Partecipazione, alla luce dei numerosi partecipanti.
La presidente Porzi l’intenzione e la massima apertura al non lasciare indietro nessuno, consapevoli della delicatezza del processo. “Se il dissesto sarà confermato – ha detto Vanda Scarpelli (Cgil) – saranno tagliate delle teste. Questo è il primo problema da porre”. Alcuni lavoratori hanno parlato delle professionalità acquisite che potrebbero andare perdute, altri di “promesse elettorali affinché tutto sarebbe andato bene”. Filippo Grandolini (Cisl) ha sottolineato quanto fosse opportuno avere chiaro il processo istituzionale di cambiamento prima di demolire un ente.

Da Barberini, che ha riferito in nome della Giunta, il messaggio che non ci saranno né esuberi né sedi chiuse sul territorio. “Attualmente le Province in sostanziale dissesto sono una trentina – ha detto – e quindi non è tutto tranquillo anche dove sembrava”. Alla luce di ciò Barberini ha annunciato che sarebbero allo studio provvedimenti da inserire nella legge di stabilità, sia per le coperture finanziarie che per i termini di approvazione del bilancio, che sarebbero prorogati. Giovedì nella conferenza stato – regioni si affronterà poi la questione dei centri per l’impiego, dove non ci saranno esuberi, così come si sta ragionando sul versante della polizia provinciale, coinvolgendo i comuni. Per quanto riguarda i trasferimenti, la Regione ne assorbirà 181 per la gestione delle funzioni delegate e 40 da dislocare nella sanità e nelle agenzie.

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