DIS…CORSIVO. INGENUO SARÀ LEI !

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / S’annuncia un fiorire di ingenuità, in Umbria. Comincia Vittorio Sgarbi, che deve averne le scatole piene della storia dell’arte dotta e perspicace e si concede un po’ di provincia, meno colta e arretrante verso il godimento dell’arte dei naifs.

Naturalmente, per l'Umbria è una bomba, un orgoglio, una promozione, un'attenzione vera, ma ciò non toglie che questa mostra di imminente apertura a Gualdo Tadino sia il contraltare, semplice o finto semplice, alla stimata pesantezza delle esposizioni umbre, le poche degne del nome che quest'inizio di secolo ha conosciuto.
Ingenuità, dicevo, fioriscono dappertutto e sembra che si siano date convegno in Umbria, sul finire di quest'estate bollente e tutta, solo, programmatica.
Tra un annuncio e l'altro di programmi culturali prossimi venturi, c'è spazio a sufficienza per seminare ingenuità. Detto di Sgarbi, mi preoccupo di orientare lo sguardo in tutt'altra parte della regione.
A Monte Castello di Vibio è già in essere la mostra “Ritratti, riti e ritrovi”, che esalta una significativa operazione culturale di antropologia. A oltre 80 anni d'età, è tornata in paese la professoressa Sydel Silverman, che, giovanissima, tra il 1960 e il 1961, ha realizzato, nel paese che fa da dirimpettaio a Todi una ricerca sulle tradizioni e la vita di tutti i giorni che allora caratterizzavano le campagne e le colline umbre. Confronti a non finire, serietà antropologica a piene mani.
E, allora, dov'è l'ingenuità? Sta nelle foto che la Silverman ha scattato a corredo del suo lavoro e che ha portato a Monte Castello di Vibio come dono graditissimo.
Un certo numero di quelle fotografie sono le riproduzioni delle caricature di decine di persone di Monte Castello di allora, dipinte a suo tempo sui muri dell'ex circolo Acli. Queste caricature, che sono un omaggio vero all'ingenuità della provincia italiana, oggi non ci sono più, sono state cancellate, per cui le riproduzioni acquistano un valore altissimo sul mercato della sensibilità. A eseguirle era stato il marito della professoressa, Mel Silverman, stimato pittore, illustratore e incisore da tempo scomparso.
Se fra le ingenuità può esserci una gerarchia, stimo questo vecchio reperto più autentico di quello della grande mostra-evento che sta per alzare le quotazioni di Gualdo Tadino. E i motivi di questa differenza potrebbero essere tanti: il forte lato commerciale presente a Gualdo Tadino e assente a Monte Castello di Vibio; la messinscena dell'ingenuità a Gualdo Tadino contro il semplice ritorno del passato prossimo a Monte Castello di Vibio; la continua evoluzione del gusto a Gualdo Tadino contro la ferma sospensione del tempo in bianco e nero su Monte Castello di Vibio; la globalizzazione delle tinte ingenue a Gualdo Tadino contro la convinta accettazione del ruolo provinciale del borgo a Monte Castello di Vibio; l'estraneità della gente di Gualdo Tadino rispetto ai quadri in mostra contro l'assoluto protagonismo delle persone che vivono e sono vissute a Monte Castello di Vibio.
Ma tutto questo è un andare a cercare il pelo nell'uovo. Tutto, fra i due eventi, è ugualmente ingenuo in quest'Umbria che lentamente intravede la sponda autunnale. E, tutto questo, è positivamente, sanamente ingenuo.
Ci sono, invece, ben altre ingenuità, tra la politica e la cultura, che non fanno altro che inquinare il mare, sempre all'apparenza un po' inebetito, dell'ingenuità popolare provinciale umbra. E quelle ingenuità - alte, istituzionali - a volte vorrebbero farci credere che contrasti radicali oppongono forze politiche e grand commis di Stato, amministratori con progetti e funzionari in grado di cassare in un momento anni e anni di lavoro. Finte ingenuità, veri protagonismi, illusori giochi di specchi nei quali i più sprovveduti battono il naso, mentre i più esperti vi navigano bene.
Chi, perciò, non si sente sufficientemente esperto, lasci perdere questa ingenuità, vada piuttosto a vedere, ora che viene il pieno agosto, le mostre di Gualdo Tadino e di Monte Castello di Vibio. Agli altri, a quelli super navigati che lascia, dica pure: “Ingenuo sarà lei!”

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