DIS…CORSIVO. PERSONAGGI DI UNA SCENA PROFANA…

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Alla fine rimane l’amaro in bocca. Uno non vuole sentirsi in equilibrio a tutti i costi, ma tra lo stile compunto del sindaco-avvocato di Gualdo Cattaneo e quello irregolare del sindaco-artista di Campello sul Clitunno una certa “fluidità”

del discorso politico e della sua caratura culturale si sarebbe anche nel nostro diritto di cittadini pretenderla. Intendiamoci: tanto a sinistra quanto a destra, senza stare a sottilizzare in chiave elettorale. Ma se un equilibrio tra sogno e realtà non sono in grado di assicurarcela le nostre istituzioni locali, come faranno le comunità locali a non perdere la testa? Da un lato, c'è la costante pedanteria dello stile riformista, dall'altro, ogni tanto, esplodono intemperanze verbali compiaciute della loro singolarità e della loro coloritura. E le istituzioni, i Comuni, sembrano poter procedere in semovenza, con gli automatismi dei burocrati e il disimpegno quotidiano dei funzionari.
Un sindaco dovrebbe metterci, di suo, il colpo d'ala, l'intelligenza che scrive ricette di buongoverno rivolgendosi al cuore della gente, la pacatezza che manda in visibilio per un portamento a schiena dritta e per alcuni, veloci aforismi. Tutto il resto, comprese le tonalità sopra le righe del sindaco-artista, sa di volontà di richiamare l'attenzione su di sé e non di spirito di dialogo con la comunità, serve soltanto a ingrassare il ventre molle delle istituzioni compunte e riformiste.
Nel 2007, l'attuale primo cittadino polemista di Campello sul Clitunno ha presentato una sua opera pittorica, di dimensioni ragguardevoli, intitolata Personaggi di una scena profana in un sogno rinascimentale. Era un bel quadro, limpido, onirico e nostalgico. La terra umbra era trattata con rispetto e levità, il presente riusciva a farsi strada nelle figure rinascimentali e il paese in lontananza sembrava proprio stimolare, anche a volerlo leggerlo in chiave politica progettuale, l'ambizione amministrativa a operare in equilibrio culturale e spirituale.
Oggi, lo stesso artista ha anche la responsabilità dei siti longobardi italiani. La carica che dovrebbe rivestire in seno all'Unione dei Comuni “Terre dell'Olio e del Sagrantino”, al confronto, è poca cosa. O, se mi sbaglio, dovrebbe poter essere letta in parallelo con l'incarico per i Longobardi, dunque con tutta la dignità che merita il nuovo terreno di valorizzazione dell'Umbria che così si apre al cospetto di questi antichi, importanti dominatori dell'Umbria.
Perché fermarsi all'oleografia di un dibattito di provincia, al recupero di uno stile inidentificabile di fronte a quello compunto del Pd triumphans?
Il Sagrantino, a buon diritto, non può avere di questi amari retrogusti.

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