UN referendum fino a pochi giorni fa quasi ignorato ora, all’improvviso, è diventato un campo di battaglia. Polemiche roventi volute dalle parti in causa.

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Astenersi o non astenersi? Non è un dilemma amletico, ma l’interrogativo che si pongono gli italiani alla vigilia del referendum sulle ‘’trivelle’’ o sugli scavi ad oltranza entro le dodici miglia. L’interrogativo s’è andato dilatando nel momento in cui la questione è diventata sempre più politica. In altri termini: assecondare le sollecitazioni del Premier Matteo Renzi che, evocando il Craxi di tanti anni fa, chiede ai potenziali elettori di disertare le urne? Oppure aderire alle richieste di nove Regioni che domandano partecipazione e consenso per bloccare una normativa che reputano troppo amica di chi ‘’specula con gas e petrolio’’?

L’auspicio del Presidente del Consiglio ora ha trovato appoggio anche nell’intervista dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha dissertato sulla legittimità costituzionale dell’astensione. E la discesa in campo del vecchio Capo dello Stato ha rinfocolato le polemiche di quelli (tanti? pochi?) che desiderano il superamento del ‘’quorum’’ richiesto per la validità di questo tipo di referendum. Così tra spinte e controspinte un referendum che avrebbe lasciato l’ Italia abbastanza freddina- cioè quasi indifferente- ora è diventato oggetto di scambi dialettici molto accesi. C’è chi dice ‘’impegniamoci tutti per dimostrare vicinanza al Governo’’ e chi, invece, controbatte urlando ‘’tutti a votare, così eroderemo ulteriormente un Presidente del Consiglio contrario al voto popolare’’.

Insomma negli ultimi giorni gli italiani hanno quasi scoperto che domenica prossima c’è il Referendum. Ed ora sfogliano una ‘margherita’ che avrebbero ignorato se non fosse scoppiato il battage delle opposte opinioni. Una domenica politicamente ordinaria diventa così un importante punto di riferimento. Chi se ne avvantaggerà?

RINGHIO

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