DIS…CORSIVO. RACCONTINO DI UNA DOMENICA ELETTORALE

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Un mio amico, scrutatore in un seggio di un paese non grande della regione, mi ha telefonato verso l’ora di pranzo della giornata di ieri.

Mi ha raccontato un po' l'andirivieni dei votanti, qualche pettegolezzo e, fra le tante curiosità, mi ha narrato l'arrivo al seggio di un candidato alla presidenza. Già in sé questa poteva essere una notizia, ma come avrei potuto darla? Quale significato mai avrebbe potuto avere per i lettori di oggi, impegnati ormai a leggere i commenti dello spoglio avvenuto? Così ho preso appunti delle reazioni che quella presenza imprevista ha suscitato e ho pensato di farne questo raccontino adeguato a descrivere semplicemente il clima di una tranquilla domenica elettorale.
«Qui da noi, al seggio, verso mezzogiorno è capitato anche uno dei candidati a presidente. Non è di quelli col volto molto conosciuto, anzi è proprio uno di quelli che abbiamo imparato a scoprire in questi ultimi due o tre mesi. Il suo volto ci ha fatto un'impressione strana, un po' a tutti, perché tutti i giornali, fino anche a quelli di stamattina, portavano anche la sua foto. Però non lo conoscevamo abbastanza, non l'avevamo incontrato mai abbastanza, nessuno di noi che eravamo al seggio in questo piccolo paese di G. È stato come una sorpresa, che ci ha fatto piacere, ma che non volevamo dare a vedere che ci dava piacere. Ognuno di noi, e nessuno era del suo partito, voleva tenere un po' sulle spine questa persona che però godeva nel vedere per la prima volta così da vicino dopo che costui, da pochissimo tempo, si era fatto vedere da tutti noi e in qualche modo aveva anche pronunciato parole di un programma elettorale un po' ingenuo, un po' risibile, un po' però a suo modo degno e onesto. Questa dignità e questa onestà perlomeno trasparivano dal suo viso, da quella figura che per la prima volta tutti noi vedevamo da vicino. Il candidato non ci ha parlato, non ci ha detto nulla, è scivolato via quasi indifferente e non sappiamo nemmeno, non lo sapremo mai, perché è capitato proprio in questo nostro piccolo paese. Forse la visita da noi era ricompresa in un tour più grande, in cui andava per città importanti e per centri molto meno importanti, per curiosità sua forse, per necessità di verifica, forse anche. Non lo sappiamo.
Certo è che i candidati maggiori, quelli da tempo molto noti e effettivamente in corsa per una posizione nel Consiglio regionale, quelli non vengono così di soppiatto, non si presentano così tra finta e vera ingenuità. Ognuno di loro, i candidati maggiori, perlomeno uno che non sia la figura del candidato “minore” che abbiamo visto stamattina, ha studiato evidentemente in tutt'altra maniera la sua apparizione ai seggi. L'ha calcolata, studiata, architettata, promossa, come ultimo modo di chiedere voti senza chiedere apertamente nulla, contando solo sul suo volto ormai famoso e, in Umbria, molto riprodotto in tante immagini durante la campagna elettorale.
Non so se qualcuno di noi, al seggio, ha avuto la tentazione di cambiare il suo voto ormai fissato bene nella mente e di dare la sua preferenza alla lista di quel candidato “minore” e quindi anche un piccolo premio a lui, che con tanta discrezione era apparso sulla soglia del seggio, nel nostro piccolo seggio di G., aveva un po' confabulato con i poliziotti a guardia del seggio, aveva dato un'occhiata e se n'era tornato via, non sapremo mai con quale sensazione di questo nostro piccolo paese e di questa altrettanto piccola Umbria».

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