Un Paese alle prese con un’ininterrotta campagna elettorale: e la sentenza della Corte ha ulteriormente scaldato gli animi. Resta da aggrapparsi al buon senso di Mattarella

Le verifiche sono sotto quotidiane constatazioni: siamo un Paese ad alto rischio sismico e a ininterrotta campagna elettorale. Gli esperti di sismologia ci rammentano, ormai in maniera martellante, che dobbiamo prepararci ad almeno un terremoto serio anche ogni due anni, i politologi (più o meno sedicenti) ribadiscono che siamo alle porte di altre elezioni. Non quelle ‘’normali’’ programmate quattro anni fa per il 2018, ma quelle che- si ipotizza- potrebbero chiamarci alle urne tra maggio e giugno.

La sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum ha moltiplicato questo clima elettorale perché ha chiarito che, depurato del molto depurabile, l’Italicum monco può essere applicato anche immediatamente. E fremiti (di auspici e di paura) hanno subito attraversato i Partiti politici e il Parlamento. Chi ritiene di avere buoni motivi per correre alle urne addirittura ha individuato la domenica buona, in piena Primavera; chi, al contrario, reputa di non essere pronto ad affrontare il giudizio degli italiani, si è affrettato a disseminare ostacoli. Fautori o contrari sono comunque riscesi in piena campagna elettorale , non tanto cercando di individuare una soluzione (anche normativa) buona per tutti (cioè per gli italiani), quanto affrettandosi a gettare discredito (o altro materiale organico) sugli avversari.

Il sospetto (timore?) è che, ancora una volta, bisticciando soltanto in nome e per conto degli interessi personali o, al massimo, della bottega, si finisca col partorire una soluzione pasticciatissima destinata a mettere al mondo un obbrobrio inutile se non, addirittura, nocivo.

Sintesi: alla luce di quanto sta (ri)accadendo, non resta che affidarsi al buon senso di Mattarella, l’unico in grado di capire davvero se le urne sono urgentemente indispensabili.. L’unico che, per mandato e missione costituzionale, ha il compito di pensare all’Italia e non alle esigenze di Tizio o di Caio.

RINGHIO

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