DIS…CORSIVO. TRENTOTTO

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / L’altroieri è stato – alla Camera – il giorno dell’antifascista. Quella di ieri sarà ricordata, invece, come la giornata dei trentotto, tanti sono i deputati della minoranza dem che non hanno votato la fiducia all’Italicum, facendo sfoggio di antifascismo ulteriore e deteriore.

Dilemma. Qualità o quantità del dissenso? La qualità si può apprezzare per la posa austera, da senatore dell'antica Roma in pensosa crisi, di Bersani o per il sussulto di gioventù di Rosy Bindi, che ha visto risorgere l'Ulivo di Prodi dietro l'immagine del gruppo dei trentotto. La quantità la diranno i conteggi sul tornaconto scissorio o sulla permanenza demistificante dentro il Pd del manipolo di antifascisti che oggi hanno così brillato, negli occhi (c'è chi ha pianto, come si usa da Occhetto in poi) e nella coscienza (c'è chi si sottoporrà a lunghe sedute psicanalitiche nei salotti televisivi).
Rimane il numero, quel numero che pare fatto apposta per l'ironia dialettale dell'AltoTevere umbro, dove per dire che sono “tre in tutto” i castellani dicono – mi perdoni il linguista, lo studioso di dialettologia, se non trascrivo come si deve la fonetica - “tre 'n totto”, di fiato e tutto insieme: “trentotto”, giusto il numero che passerà alla storia del parlamentarismo italiano della giornata del 29 aprile 2015.
E “trentotto” - secondo come lo vogliate intendere – si addice molto, in tanti sensi, a quell'area umbra dell'Alto Tevere in cui la forza residua dei dem del Pd sembra ancora forte e compatta (almeno cinque anni fa lo era, il 31 maggio lo vedremo).
Se paladini umbri dei trentotto ci sono – intendo fra gli elettori, i militanti, quelli tutti d'un pezzo – perché non si fanno promotori di una bella gita, quando aprirà, a Fontanellato, dove Franco Maria Ricci ha costruito il più grande labirinto al mondo? Da Città di Castello a Fonatenellato, vicino a Parma, la strada non è molta e arrivare lassù, per i trentotto (stavolta dico i parlamentari), potrebbe essere davvero salutare: persi come sono nei loro labirinti mentali, chissà che non si perdano anche fra gli alti bambù di Franco Maria Ricci e, almeno lì, trovino – non è difficile! - la strada per uscire dal guazzabuglio nel quale tanto piace loro andare a ficcarsi.

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