Dis…corsivo. Metti, per esempio, una radio… (Mep radio)

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Un fiume unisce. Una ferrovia collega. Una radio fa innamorare. Proseguo nel mio viaggio dentro la Sabina e il Reatino alla ricerca di ogni situazione ambientale, storica e culturale in grado di mostrare l’unità dei territori di Umbria e Alto Lazio. E mi imbatto in un amico che conosco ormai da cinque o sei anni: Massimo Spadoni, presidente, anima e animatore on the road di Mep radio, che trasmette da 95.3 Fm di Rieti.
La sua radio, dal 1981, ha fatto miracoli nell’avvicinare la gente di qua e di là dai confini amministrativi di Umbria e Alto Lazio, in un’impresa coraggiosa e costante, che non è mai arretrata di fronte alle bocche storte e agli occhi alzati dei tanti politici che il disegno della riunificazione nella “grande Umbria”, la regione umbro-sabina, certo non l’hanno mai favorito.
Una radio, come ho detto, fa innamorare: ha fatto innamorare schiere di adolescenti, prima con le radio nazionali, poi con quelle nate negli anni Settanta del secolo scorso, spontanee, generose, audaci, imperterrite, ostinate, caparbie. Ha fatto innamorare con palinsesti pieni di canzoni dedicate, con programmi in voce nei quali se ti collegavi potevi parlare con lo speaker di turno e aprire il cuore a lui e a tutto il confessionale radiofonico che era collegato in quel momento.
Nata solo qualche anno più tardi di questi esordi pionieristici, Mep radio ne ha però vissuto e mantenuto l’audacia e la capacità di far innamorare, anche la gente in senso lato e partecipato, le persone al lavoro, quelle, magari, che ogni giorno fanno la spola fra i confini delle Province di Rieti, di Terni e di Perugia, oltre che di Roma.
Non so ancora da dove prenda, massimo Spadoni, questa energia contagiosa che lo spinge, quasi come un compito prioritario della sua emittente, a riannodare i fili che passano sotto pelle tra Rieti, Terni e Perugia, sempre nel senso di capoluoghi delle loro rispettive Province.
So solo che parlando con lui, ieri sera, al telefono, ripercorrevo, mentre lui andava irrefrenabile nel discorso e nei ricordi e senza perderlo per un attimo nella comunicazione, i principali argomenti che finora ho toccato nel mio viaggio ideale tra Umbria e Sabina: il Velino, Leonessa, Greccio, la ferrovia Terni-L’Aquila-Sulmona, l’Umbria vista da Rieti, nel 1798, secondo Antonino da San Gemini.
Ecco, Massimo li raccontava spontaneamente nel suo discorso e ci metteva dentro tutta la carica e la passionalità che gli derivano dal contatto diretto, quotidiano, antico e consolidato nel tempo, con questo territorio che vorrebbe, e non può, riunificarsi.
Siamo tornati indietro negli anni fino a quando sono cominciati i rapporti di Mep radio con l’Umbria per via della Telit di Raffaele Vissani, azienda leader di Ospedalicchio di Bastia Umbra, che ha curato i lavori di manutenzione degli impianti dell’emittente di Rieti instaurando un rapporto commerciale e culturale insieme fra le due realtà locali, quella umbra e quella laziale.
Siamo andati avanti con la storia della radio per tutti gli anni Novanta, fino al primo decennio del nuovo secolo. E ci siamo fermati a lungo – meriterebbe una puntata ad hoc – sul referendum con cui Leonessa chiedeva di distaccarsi dal Lazio e di entrare a tutti gli effetti con l’Umbria. Il 30 novembre e il 1 dicembre del 2008, gli abitanti di Leonessa andarono alle urne: i sì per passare all’Umbria furono 926, ne sarebbero serviti 1.146 e sembra che sul risultato negativo per i “secessionisti” abbiano pesato moltissimo le condizioni climatiche pessime di quei due giorni, che fra neve in quota e abbondanti precipitazioni in pianura (molti leonessani da Roma non poterono materialmente superare la barriera di Magliano Sabina) giocarono a favore della permanenza nell’Alto Lazio.
Mep radio, del suo, pur con un corretto uso degli spazi radiofonici, aveva tifato convintamente per il riconoscimento dello stato di fatto per cui i rapporti fra Leonessa, Cascia, Norcia e Spoleto sono, giorno dopo giorno, frequentissimi e carichi di impegni economici autentici.
Sta di fatto che, dall’anno dopo, Mep radio ha intensificato i suoi rapporti di comunicazione con l’Umbria e la sua presenza (non sempre accolta con tappeti rossi da altre emittenti locali autoctone) in Umbria.
Da qui ricordo tutto, e bene, anch’io. Rivedo Massimo, con il suo assistente, arrivare per tempo da Rieti a Perugia e in tante altre città della Provincia, piazzare con calma e professionalità il suo studio mobile di registrazione vicino all’evento da documentare, fare interviste, prendere accordi, lanciare sempre il suo augurale messaggio di unione fra l’Umbria e l’Alto Lazio.
Metti, dunque, per esempio, una radio, chiamala Mep radio con una specie di acronimo non perfetto ma efficace, seguila, ascoltala, alla radio o in streaming dal pc, lasciati innamorare dal fascino delle onde radio, dalle frequenze che si rincorrono nell’etere e nella tua vita, lasciati trasportare come su un fiume, il Velino, come su una carrozza ferroviaria della Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona…

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