I giornali, senza forzare troppo i termini, parlano di ‘’estate del terrore’’. La paura è diffusa, non c’è dubbio. E l’Italia giustamente moltiplica le misure di sicurezza preventiva

Il linguaggio giornalistico non può che essere simbolicamente  drammatico: ‘’E’ l’estate del terrore’’- scrivono i quotidiani. Non solo quelli italiani.  Quasi tutti i giorni si susseguono, in varie parti del mondo, terribili episodi: stragi di massa o…più semplici assalti a singole persone, come è accaduto quando gli assassini hanno deciso di sgozzare un parroco.

E’ comprensibile che ora, di fronte a un quadro complessivo così devastante, anche l’Italia si ponga qualche interrogativo sui timori e sui pericoli del nostro Paese. D’altronde di ‘’guerra’’ parla con inequivocabile nettezza anche Papa Francesco. Gli italiani , pur senza lasciarsi prendere dal panico, non esitano ad ammettere di aver smarrito l’abituale tranquillità. Basta ascoltare le molte interviste televisive realizzate negli ultimi giorni in varie parti del Paese per percepire  l’ansia diffusa. Con molta, e giusta, chiarezza, i rappresentanti del Governo italiano ribadiscono che, in tema di terrorismo,‘’in nessuna parte del Globo esiste rischio zero’’.

E’ così e non può che essere così. Importante è sapere che, in fase di prevenzione, l’Italia sta facendo il massimo possibile. E’ chiaro che si vive un po’ meglio sapendo che lo Stato è attentissimo nella sorveglianza e soprattutto nella pre-sorveglianza. La stessa ministra della Difesa , Pinotti, si affretta a precisare che le misure di ‘’allerta’’ sono moltiplicate e che i punti presumibilmente ‘’sensibili’’ sono aumentati parecchio. E’ senza dubbio vero che la presenza palesemente pubblica  delle Forze armate sia oggi molto più evidente rispetto a qualche mese fa. Bene, benissimo. E’ indispensabile accettare- anzi auspicare- che la nostra libertà individuale venga un po’ limitata in nome e per conto della sicurezza generale.

Certo, rimangono- pesantissimi- i timori che il conoscente della porta accanto- italiano, italianizzato  o straniero- possa trasformarsi all’improvviso in un feroce nemico, pronto a seminare morte. L’aspetto psicologico- cioè il clima di sospetto- è il macigno che più grava sulla nostra quotidianità.

Ed è pesante soprattutto il fatto che nessuno può neanche immaginare per quanto tempo  l’Italia e il resto del mondo dovranno convivere con il dubbio di potersi trovare protagonista passivo o comprimario  di altre, orribili, tragedie.

RINGHIO

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