Il voto cattolico e la chiesa

di Alvaro Bucci

In un editoriale de Il Messaggero del 7 marzo scorso, dal titolo “Voto cattolico affrancato dalla Chiesa”, Alessandro Campi, considerando i risultati elettorali, osserva come nessuno dei partiti principali abbia agitato temi e argomenti che potessero far pensare  che il mondo cattolico “rappresentasse per essi qualcosa come un interlocutore privilegiato”. Farebbe però eccezione il Partito democratico, al quale sarebbero andate le simpatie più o meno velate delle gerarchie vaticane e di diversi esponenti ecclesiastici, il cui punto d’intesa o convergenza non sarebbe andato molto oltre “il tema dell’integrazione e dell’accoglienza riferito agli immigrati e ai profughi”. Mi sembra però che anche la Lega abbia offerto un tentativo d’intesa con i cattolici (strumentale e forse mal riuscito), con Salvini che si è presentato con il Vangelo ed il rosario in mano, un atto in netta contraddizione con il comportamento richiesto agli autentici “fedeli laici” in politica.

Campi aggiunge anche che i cattolici italiani avrebbero scelto il M5S, la Lega, Forza Italia o Fratelli d’Italia sulla base di opzioni meramente soggettive e individuali, “come se il loro essere cattolici o credenti non avesse alcuna relazione con la loro scelta politica” e “senza che dal mondo dell’associazionismo cattolico o dalle istituzioni vicine alla Chiesa venisse una qualunque indicazione positiva di preferenza verso quelle formazioni”.

In effetti, associazioni e movimenti cattolici, in massima parte, hanno reso disponibili  documenti di approfondimento ed orientativi richiamando essenzialmente alla partecipazione al voto in maniera informata e consapevole. Per l’Azione cattolica italiana, il presidente nazionale Matteo Truffelli, intervenendo anche con un apposito video, ha chiesto “un di più di passione e di responsabilità”, oltre che ai politici, anche ai cittadini “chiamati a fare tutto quel che possono per formarsi un’opinione il più possibile consapevole, quindi informata e critica”.

Ma soprattutto le varie associazioni dei cattolici democratici (Agire politicamente, Argomenti 2000, Città dell’uomo, ecc.) hanno diramato argomentati documenti che hanno richiamato candidati ed elettori all’osservanza dei valori più autentici della politica, essenzialmente proposti dalla Dottrina sociale della Chiesa, cui ispirarsi e da prediligere.  Le associazioni Agire politicamente ed Argomenti2000 hanno anche espresso la loro attenzione  al Pd e al centrosinistra. Più in generale la rete Costituzione, Concilio, Cittadinanza, che raccoglie le varie espressioni del cattolicesimo democratico, ha diffuso un documento assembleare che, innanzitutto,   ritiene fondamentale mettere al centro “il lavoro, i giovani, l’equità, una crescita sostenibile, le attese delle famiglie e delle persone in difficoltà, la formazione e la cultura, la lotta al malaffare e alla corruzione, la valorizzazione dei “nuovi italiani”, l’integrazione (e non la cacciata) dei migranti (secondo le proposte di numerosi Enti cattolici contenute nella “Nuova agenda sulle migrazioni” presentata l’8 febbraio), la cooperazione allo sviluppo” nonché “il rifiuto di ogni atteggiamento e discorso aggressivo, razzista e divisivo, in nome del rispetto e della fratellanza di tutti coloro che condividono la vita sulla nostra terra”.

Ma, per esempio, proprio sulla questione dei migranti, nei confronti dei quali, secondo lo stesso papa Francesco, si deve innanzitutto vedere un’occasione di arricchimento culturale e di sviluppo economico, si è  registrata  un’evidente  discordanza tra l’orientamento ufficiale della Chiesa e le scelte di molti cittadini cattolici. Mi sembra quindi di dover osservare come la maggior parte dei cattolici italiani, che si dichiarano tali, che vivono il rapporto con la Chiesa o in maniera esclusivamente intimistica o partecipando, sia pure saltuariamente, alla Messa domenicale, sono ben distanti dall’impegno di formarsi seguendo anche i principi della Dottrina sociale della Chiesa, restando così “disarmati” di fronte a proposte politiche incoerenti rispetto a tali principi.

 

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