Intercettazioni, un aspro dibattito che affronta problemi di giustizia, di democrazia e di dignità della persona. Il dovere della politica e dei giornalisti-

Intercettazioni si o intercettazioni no? Siamo tutti intercettabili?

Gli interrogativi dominano la scena ormai da parecchi anni, da quando cioè, le inchieste giudiziarie, condotte anche attraverso gli ‘’ascolti’’ della polizia e della magistratura, finiscono pari pari sui giornali e nelle trasmissioni televisive. Tritando non solo i colpevoli o i presunti colpevoli di reati, ma anche sicuri innocenti che, loro malgrado, si trovano infilati nelle conversazioni captate. Il dibattito che da tanto tempo (troppo….) scuote il Parlamento, la politica e i giornalisti è più concentrato di quanto sembra: nessuno è contrario all’uso delle intercettazioni per usi di giustizia. Semmai si analizza l’uso che si fa delle ‘trascrizioni’. Ora nell’occhio del ciclone polemico c’è la posizione del Governo Renzi che punta a spurgare le intercettazioni dei passi che coinvolgono (e talora travolgono) persone che, come direbbe Di Pietro, non ‘’ci azzeccano niente’’ con l’inchiesta in corso.

I favorevoli alla ‘libera diffusione di tutto e di tutti gridano all’’’attentato alla libertà di stampa, dunque alla democrazia’’. E incalzano asserendo che ‘’Renzi e compagnia bella fanno mura specie perché ora con la vicenda-petrolio, alcuni componenti dell’Esecutivo, finiti nel tritacarne di telefonate imprudenti, sono alle prese con fastidiosi guai personali e politici’’.

Sembrano schermaglie tra fazioni, ma in realtà si tratta di valutare il corretto uso, o l’errato abuso, di relazioni civili e sociali. Sembra impossibile che non si vogliano raggiungere soluzioni eque ed adeguate. L’esercizio della giustizia ha il diritto, e il dovere, di non essere….ingiusto. Nei confronti della verità e neppure della dignità di ogni persona.

RINGHIO

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