LA SETTIMANA DEL PROFESSOR AFFABILE

di Umberto Giorgio Affabile

Che quella appena trascorsa non fosse destinata a farsi ricordare per una settimana seria, in Umbria, dal punto di vista della preparazione alle regionali lo si era capito quando, il 14 marzo, De Pierro e Prugni, celebrità dell’Italia dei diritti, hanno lanciato un appello “affinché Monica Bellucci sposi la causa” del loro movimento.

Il leader esterno-estero va di moda: il giorno dopo, senza bisogno di lanciare appelli, anche l’Altra Europa Umbria ribadiva il suo credo – con tanto di promessa di lista – in Tsipras: ma negli ultimi giorni, non abbiamo visto, in televisione più Yanis Varoufakis, il ministro delle finanze greco apollineo e dionisiaco insieme?
Tra Monica Bellucci e Varoufakis, in effetti, si potrebbe architettare un cast per un film d’impatto maggiore dello 007 che si sta finendo di girare a Roma e, in questo caso, a Tsipras non resterebbe più forse neppure la regia.
Si ride e si scherza, perché in Umbria politicamente ce n’è motivo, ma a Roma, in questa settimana, tutto si è fatto meno che scherzare: la guerra di movimento dentro la Cgil, con Landini e il suo “coso” e il “caso” Lupi e l’infuocato attacco di D’Alema a Renzi non sono argomenti da facezie. Contraccolpi sull’Umbria, consistenti e autentici, ancora non se ne registrano. Registriamo solo schermaglie, atti dovuti. Il Prc si è subito schierato con Landini, Guerini, vicesegretario nazionale del Pd, ha dovuto rinviare la sua presenza in Umbria alla direzione regionale del partito, perché la grana Lupi, giovedì sera, era ancora tutta da risolvere. Non c’è Guerini, non si fa la direzione: la scelta definitiva dei candidati può aspettare fino a martedì prossimo, metabolizzato anche il discorso di D’Alema.
Un indice di ulteriore frammentazione dell’interesse per le regionali è stata la voce del possibile rinvio della data al 7 giugno: questa volta, la festa della Repubblica del 2 giugno, complice il calendario, remerebbe contro la partecipazione e qualcuno riflette che è meglio non rischiare.
In questo modo, però, rischia di guadagnare tempo il fronte trasversale dei partiti che hanno annunciato il ricorso, davanti al Tribunale civile, contro la legge elettorale, ridenominata, in maniera divertita, “Umbricellum”. Il comitato ad hoc riesce a tenere insieme Radicali, Scelta civica, Alternativa riformista, Sinistra capitalista, Movimento cinque stelle, Altra Umbria e Progetto per Terni.
Colpisce l’impennata di orgoglio della deputata Adriana Galgano: “Scelta civica fa parte della maggioranza, ma questo non significa fare i servi sciocchi specie quando il Pd si contraddice in modo così smaccato”. Dichiarazione lodevole, peccato che capiti in una settimana, come dicevo affabilmente, da prendere poco sul serio riguardo ai contenuti veri della campagna per le regionali. Quando sarà ripresa in piena bagarre, vedrete, quella dichiarazione farà tutto un altro effetto.
Questa settimana, invece, ha fatto più notizia, il che è tutto dire, l’addio dell’Idv al centrosinistra e del trasferimento, armi e bagagli, dei reduci dipietristi verso la sponda dell’Altra Umbria. Oppure il fatto che anche l’associazione politico culturale Sinistra unita si troverà sulla stessa barca dell’Idv. Oppure, ancora, l’ aut aut imposto dalla minoranza del sindacato a Mario Bravi, molto deciso ad entrare nella lista Pd, seppure in quota minoranza.
Col landinismo che corre, d’altra parte, come fa Bravi a non uscire da questa impasse usando la stessa specchiata cocciutaggine tipica del leader della Fiom? Chi glielo fa fare di rimanere ostaggio della minoranza del suo sindacato? Come, ancora, chi glielo fa fare al Pd di non risolvere al più presto le questioni Cernicchi e Pesaresi senza rimandare continuamente la patata bollente ai Circoli del partito?
Per concludere restando sul piano di serietà da due soldi che ha segnato la settimana passata, uno sguardo in casa Ricci. Dentro la casa, c’è luce e amore, come dimostra il ticket timbrato da Ricci insieme con Nevi. Fuori casa, invece, è buio fitto: i fittiani, infatti, con Laffranco, hanno fatto sentire la loro voce, minacciando liste autonome anti Ricci. Ma Galgano docet: non è stata una settimana seria. Speriamo in meglio per la prossima.

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