LA SETTIMANA DEL PROFESSOR AFFABILE

di Umberto Giorgio Affabile / La pubblicazione delle liste – specie in casa Pd – ha lasciato più di un malcontento e il fatto avrà sicuramente ripercussioni sul dato elettorale, non tutte necessariamente di segno negativo.

Continuo, però, a pensare che non passa da qui il discrimine del giudizio degli elettori, come, del resto, non passa dai programmi ciclostilati che molti candidati stanno tirando giù in fretta e furia. La settimana trascorsa fa capire bene che se qualcosa peserà sull'opinione pubblica incerta e indecisa sarà o potrà essere l'esempio che le amministrazioni comunali danno di sé, con la loro quotidiana cura della comunità locale e con i virtuosismi che riescono a fare in termini di finanza locale.

Tutto il resto è spettacolo, carro di Tespi fotografato e “videato”, profilato sui social e stampato sulle tradizionali immagini devozionali.

Ma quello che succede nei Comuni è davvero importante e, ad esempio, a Foligno il gioco della minoranza del Pd - la loro confluenza sulle posizioni dei vendoliani sul Jobs Act in consiglio comunale - non è un atto strategicamente motivabile, diventa una specie di sciopero selvaggio, un'assunzione di estremismo che, per comunicarlo alla gente, bisognerà fare piroette e giochi con le arance di difficile esecuzione.

La stessa cosa, naturalmente, con diversi accenti, vale per il caso di Norcia e per le dimissioni del sindaco di Parrano: sono tutte manifestazioni che fanno da corollario, petulante e inutile, ai veri problemi delle città e, ho l'affabile impressione, solo come tali potranno essere colti dalla gente. (E segnali di irrequietezza intorno alle amministrazioni vengono anche da Terni, con lo sgretolamento delle liste di centro-sinistra, e in qualche modo anche da Gubbio).

E a Spoleto? Lì il Pd esce malconcio da arroganze interne e di città confinanti, ma non è facendo muro che potrà dimostrare di avere ragione. Lì, a Spoleto, basterebbe solo saper indicare, con onestà e correttezza, i limiti palesi dell'attuale amministrazione...

Il guaio vero che stiamo registrando è ancora, invece, non solo a Spoleto, non solo ovviamente in casa Pd, il desiderio di protagonismo dei candidati, il colpo di coda della partita delle esclusioni. Vedi ad esempio ciò che è successo dentro l'Altra Umbria, dove alla fine si è preferito scegliere un uomo dell'apparato rispetto a un giovane operaio. Ma vedi anche la discesa in campo di Casa Pound, con un settimo candidato alla presidenza della regione. Roba da far ricredere sul compassato veterinario De Paulis, in tutto e per tutto rifluito correttamente nella lista che ha presentato in settimana Alternativa riformista!

Intanto, i due principali contendenti hanno iniziato la loro battaglia mediatica, ancora solo tutta consegnata agli apparati multimediali dei profili Fb e dei relativi commenti. Su un ring, si direbbe che gli avversari si stanno studiando e che il pubblico volentieri li sta a guardare. Non tanto e non solo i rispettivi sostenitori, ma il pubblico, proprio, dei curiosi di ogni età. Il gradimento è certamente più grande di quello che si riserva le visite di Salvini e Di Maio, avvenute in settimana. Forse solo l'arrivo di un Grillo in caduta libera scuoterà l'interesse degli umbri rispetto a quello, non trascurabile, che stanno riservando ai due leader Marini e Ricci. Ma sarà solo folclore.

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