Metodo Francesco per il nuovo Parlamento

di Alvaro Bucci

Nel precedente articolo a commento di un editoriale della rivista Aggiornamenti sociali  dedicato al “Metodo Francesco” per il nuovo Parlamento, mi sono soffermato sul nodo della “progettazione del processo di sviluppo sociale ed economico”. L’altro nodo, evidenziato dall’editorialista direttore della rivista, che il nostro Paese è chiamato ad affrontare, riguarda l’immigrazione.

Non v’è dubbio che l’Italia continuerà ad essere interessata dai movimenti di personeche, fuggendo dai pericoli o dalle condizioni in cui sono esposte nei loro paesi, puntano a raggiungere l’Europa e, quindi, la questione migratoria dovrà restare a lungo tra le priorità che la nostra politica dovrà affrontare.

Quindi, non a caso nel “contratto” in gestazione del nuovo governo 5stelle–Lega si sta già pensando anche ai provvedimenti da mettere in campo per fronteggiare l’immigrazione, chiaramente in base alle loro idee essenzialmente pragmatiche non certamente ispirate dalla cultura della solidarietà e dell’inclusione, ma essenzialmente dello “scarto”.

Tenuto conto che Papa Francesco ha fatto della solidarietà con i migranti uno degli assi portanti del suo pontificato, il direttore di Aggiornamenti sociali  ritiene interessante per il nostro Paese “cercare una declinazione dei quattro verbiche ormai da un anno papa Francesco propone come base per articolare una risposta rispettosa della dignità delle persone coinvolte: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”.

Accogliererimanda alla generosità che l’Italia ha dimostrato in questi anni, per la quale papa Francesco  stesso ha espresso la sua gratitudine, auspicando che le difficoltà incontrate “non portino a chiusure e preclusioni”.

Proteggereevoca il diritto fondamentale alla vita di ciascuno, in ogni momento e in ogni condizione sociale. Politicamente, proteggere chiama in causa, tra l’altro, l’organizzazione e le risorse a disposizione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) e la distinzione sempre più artificiosa tra rifugiati e migranti economici. L’obiettivo corretto di reprimere il traffico di esseri umani non si può risolvere nell’abbandonare le vittime “nelle grinfie dei trafficanti”.

Promuovere “deve misurarsi con la deriva retorica e culturale che immagina che la soluzione consista nello stabilire a chi tocca passare per primo, trasformando diritti di tutti in privilegi di alcuni negando l’uguaglianza”.

Integrare, infine, rimanda alla necessità di “accompagnare la società e tutti i suoi membri a far propria la logica del poliedro” (Modello enunciato da papa Francesco, a cui rimando), costruendo attraverso il dialogo sociale le condizioni perché “tutti possano trovare il loro posto in cui sentirsi riconosciuti e non minacciati”.

 

 

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