RISPETTO PER DON FRANCO

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Se nessuno di noi è giudice, inquirente o uomo di chiesa farebbe bene a tacere di fronte alla scomparsa di don Franco Bucarini. Semplicemente, per quella elementare forma di rispetto per la persona umana che si deve nel momento dell’assoluta oscurità piovuta su quanto può essere accaduto ad essa di così grave da provocare un gesto tanto doloroso. E non si dice questo per evitare malsopite intolleranze verso il lavoro dei preti. Lo avrei detto anche per una persona non consacrata, per un uomo politico, per un militare, per un amministratore della giustizia, per un educatore, per chiunque mette la sua persona al servizio della comunità, del profondo rinnovamento e, talora, dello stravolgimento, che la comunità regionale umbra sta subendo.
Rispetto. E silenzio. Non riesco a chiedere altro e so di rivolgermi al mondo dell’informazione, alle sue necessità operative, alle sue sopravvivenze di eticità. La morale di una comunità locale esige che tutti si ergano a proteggere un fratello precipitato nell’abisso. E, soprattutto, noi che facciamo informazione siamo tenuto a tenere basso il rullio del suo tamburo, ad adattarci a un compianto che è della chiesa ed è di tutti, come don Franco – anche nel ricordo espresso con immediatezza dal cardinale Bassetti – era della chiesa di Colombella e di tutta la comunità di Colombella.
Certi media nazionali troveranno comodo avventarsi su questa “preda” nei prossimi giorni fino a ritrarsene macabramente quando avranno trovato un altro argomento sul quale concentrare la loro attenzione. Molto dipenderà dal modo di fare informazione, a livello locale, nell’epicentro del dramma, sulla figura e la personalità di don Franco. Se tutta la comunità, compresa quella sua parte che fa l’informazione, sarà in grado di proteggere col rispetto dovuto il fratello che non c’è più, è possibile che l’accanimento mediatico che si profila possa essere contenuto. Intanto, chi deve lavorare lavorerà, chi può, è nelle condizioni fortunate di farlo, pregherà, chi è intelligente si soffermerà sulle lacrime del dramma, chi è sensibile soffrirà in cuor suo sul ricordo dell’amico e del fratello. Di tutti i fratelli che compaiono su questa scena umbra che da ieri piange sommessamente e teneramente chiede, chiede, chiede rispetto.

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