ROMA, IL “GRANELLO DELLA CLESSIDRA” DELLE 17,42

Di Lucio Lupo
ALLE 17,42 Granelli di sabbia scandiscono il tempo della clessidra senatoriale. E il granello che segna le 17e 42 produce l’applauso dei Senatori Grillini che, alla Buvette brindano alla vittoria con il prosecco. “brindisi coi bicchieri colmi d’acqua, dolce felicità fatta di niente”: è il refrain di una vecchia, profetica, canzone dal titolo “Addio mia bella signora, lasciamoci così senza rancor. Al destino che vien rassegnarsi convien”. Ma, hoi noi, non finisce qui. Se, infatti, le stime dei sondaggisti che preconizzano, lo stato dell’arte, una, seppure risicata, maggioranza dell’ammucchiata che si ricomporrebbe a destra dell’orizzonte elettorale, quel granello di sabbia caduto sulle 17 e 42 si insinua sugli occhi di quanti attendevano l’evento. E lo attendevano per voltare pagina sul libro della ripresa dell’equità della giustizia sociale e dello sviluppo.

 

Ma. Come scrive Pierluigi Castellani nell’ultimo editoriale del nostro Umbria Domani, “per superare la crisi che stiamo vivendo c’è bisogno di una forte capacità di cambiare il Paese, di cambiare la politica, di attuare quelle riforme istituzionali da più parti invocate”. In somma, per il nostro opinionista questo progetto è in capo al PD a condizione che riscopra le ragioni e le motivazioni che lo hanno originato.

A nostro parere per archiviare definitivamente quelle 17 e 42 va pervicacemente percorso il sentiero dell’unità del partito in vista dell’8 dicembre. Temiamola a mente questa data: “io voto perché”. Il perché (slogan scelto dal partito) ce lo mettano i partecipanti alle primarie. “Quelli che” vogliono veramente politiche adeguate, capaci di cambiare il Paese.

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