C’E’ UN FUTURO PER L’OCCIDENTE ?

di Pierluigi Castellani

Si assiste indubbiamente ad una difficoltà per l’Occidente ,in questo momento con la guerra in Ucraina e tra Israele e Hamas, di salvare un suo ruolo importante nel ridisegno geopolitico, che si sta delineando con l’avanzare della Cina e del nuovo imperialismo russo.  Il problema quindi per le democrazie occidentali è certamente quello di reinventarsi per avere ancora un futuro , che le salvi da una certa stanchezza della democrazia  combattuta tra una suggestione per l’uomo forte e  un bipolarismo esasperato della lotta politica interna che sta vivendo. Il tema viene riproposto, quasi drammaticamente, dall’ultimo saggio di Franco Cardini, recentemente pubblicato da Laterza con il titolo ” La deriva dell’Occidente”. Già il titolo rivela l’approdo dove vuole condurre questo libro del peraltro apprezzato storico del Medioevo e della Cristianità. Infatti già il titolo riecheggia, non sappiamo quanto volutamente, il lavoro, pubblicato più di un secolo fa, da Oswald Spengler “Il tramonto dell’Occidente”. Per Cardini l’Occidente è in declino  perché ” la sostanza dello spirito occidentale….tuttora risiede, nell’obbiettiva contraddizione tra una forte vocazione umanitaria e una non meno forte volontà d’assoggettamento di modificazione del mondo, della natura, della storia”. Ma qual’é l’Occidente oggetto dell’ esame di Cardini ? E’ quello egemonizzato dall’America tanto da far dire che la ” Welltanschauung  – dell’Occidente  – fondata sulla dignità della persona umana, sulla tolleranza, sui diritti dell’uomo, sulla ricerca della felicità, e la sua prassi politica, economico-finanziaria e tecnologica (è) radicata invece nei principi della produzione, del consumo, del profitto e in un ultima analisi su una dura illimitata volontà di Potenza”. Quindi secondo Cardini tutto sarebbe guidato in Occidente da una sorta di “comitato d’affari”, una nuova “spectre”, che non si quale novello 007 dovrebbe sconfiggere. Ma è tutto qui l’Occidente che conosciamo? E ancora è vero, come scrive l’autore, che “il liberal-liberismo dell’Occidente del XX-XXI secolo, sia suscettibile di partorire una nuova forma  di totalitarismo – sotto l’aspetto di ” pensiero unico “- o sia addirittura essa stessa, per sua natura, un totalitarismo” ? Senza negare naturalmente le colpe degli USA e dell’Occidente nel suo complesso per la spoliazione di risorse del terzo mondo sotto la forma del colonialismo aberrante, come si può però dimenticare l’apporto dato dagli  Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale allo sviluppo complessivo di molti paesi, compresa l’Italia, affrancandoli dalla povertà e come dimenticare l’alto valore del messaggio delle quattro libertà di Franklin Delano Roosevelt ” Libertà di espressione, libertà religiosa, libertà dal bisogno, dalla miseria, libertà dalla paura”. Né si può dire senza un’eccessiva  semplificazione storica che ” Europa, Occidente, Modernità… (sono) una perfetta triade irrilevante, la trinità del conformismo”. Credo che l’errore commesso da Franco Cardini in questo suo ultimo saggio sia quello di pensare un Occidente come una sorta di monolite dominato dall’America, errore invece che non ha commesso nel pur lontano 2005 Timothy Garton Ash nel suo ” Free World ” quando ha analizzato l’ Occidente nel suo pluralismo e nelle sue differenze tra USA ed Europa. Errore del resto che non ha fatto neppure Aldo Schiavone, autore citato più volte da Gardini, che nel 2022 nel suo “L’Occidente e la nascita di una civiltà planetaria” scrive che ” oggi l’Occidente  si presenta come una figura drammaticamente incompiuta” e che “incompiuta non vuol dire tramonto” e perché ora più che mai ” c’è bisogno di un Occidente intrinsecamente plurale ancor più di quanto lo sia mai stato”.  Vorrà pur dire ancora  qualcosa la democrazia , il rispetto dei diritti umani, della libertà di ogni persona, rispetto all’autoritarismo e al totalitarismo di cui l’Oriente mostra di avere significative presenze. Per questo appare del tutto fuorviante quando nella conclusione del suo lavoro Franco Cardini, senza aver dissimulato una sua pregiudiziale antiamericana ed una sua indulgenza nei confronti di qualche regime orientale, afferma che la “luce” non sarà “né occidentale né orientale”, che sarà pur vero in un’ottica di un mondo multiculturale finalmente pacificato, ma non si può dimenticare l’osservazione, anche questa di Aldo Schiavone, che “la guerra, particolarmente dopo il 1914, appare sempre meno inimmaginabile, se non proprio impossibile tra Paesi democratici”.

P.S.

per chi ne vuole sapere di più si vedano:

Timothy Garton Ash, “Free World”, Mondadori, 2005,

Aldo Schiavone ” L’ Occidente e la nascita di una civiltà planetaria” Il Mulino, 2022,

Franco Gardini, “La deriva dell’Occidente”, Laterza, 2023