ASPETTANDO LE ELEZIONI

di Pierluigi Castellani

Il Presidente Draghi parlando al meeting di Rimini ha voluto rassicurare, soprattutto i paesi esteri che guardano al nostro paese con amicizia, che l’Italia ce la farà qualunque sia il governo che uscirà dalle elezioni del prossimo 25 settembre. Ma ha aggiunto una condizione: che l’Italia non si isoli seguendo le suggestioni del sovranismo. Così quello che poteva sembrare una specie di nulla osta ad un governo presieduto da Giorgia Meloni si è rivelato in effetti  un forte ammonimento a non perseguire una politica ispirata dal sovranismo nazionalista presente nel dna dei partititi del centrodestra. C’è di più. Quando Mario Draghi ribadisce con forza la fedeltà dell’Italia alle tradizionali alleanze internazionali ed al suo forte radicamento in Europa avverte che il nostro paese non può essere guidato da chi non ha preso tutte le distanze dal filoputinismo professato fino a qualche mese fa. Come infatti dimenticare che il leader della Lega Matteo Salvini ebbe a dichiarare che avrebbe dato due Mattarella per mezzo Putin. Queste cose non potranno non pesare sulla campagna elettorale e si pongono all’attenzione degli elettori, che pur gravati dal disagio della emergenza energetica non possono dimenticare che il caro bollette si è pesantemente aggravato dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina ed il conseguente ricatto che Putin sta operando ai paesi europei  dipendenti, in misura più o inferiore dal gas russo. C’è un ‘altra cosa che gli elettori non possono dimenticare e cioè che ci troviamo in presenza di una legge elettorale sostanzialmente maggioritaria e quindi la composizione del nuovo parlamento dipenderà soprattutto da chi si aggiudicherà la parte più consistente dei collegi uninominale dove verrà eletto chi prenderà un voto più degli altri. E quindi il richiamo al voto cosiddetto utile è assolutamente giustificato. Questa considerazione fa inalberare  i partiti più piccoli che non si sono coalizzati ed i sostenitori del cosiddetto terzo polo. Ma questa è la pura verità e pensare di sconfiggere la destra senza riflettere sul voto che si darà nei collegi maggioritari è pura velleità e rischia di portare acqua proprio al mulino di chi si vorrebbe ridimensionare. E poi ci sono questioni importanti su cui gli elettori debbono riflettere. La nostra democrazia, così disegnata dai nostri padri costituenti, è una democrazia di tipo rappresentativo e mal si concilia con il presidenzialismo proposto dal centrodestra senza specificare che un cambiamento così radicale comporterebbe l’introduzione di forti contrappesi per evitare che il presidenzialismo proposto scivoli nell’  autoritarismo e nella democrazia illiberale presente in altri paesi, oggetto di attenta e preoccupata valutazione da parte dell’Europa. E c’è  il problema del tipo di assetto della società che si vorrebbe. La nostra società deve essere più giusta con una forte riduzione delle diseguaglianze e questo obbiettivo non si può raggiungere abbandonando il principio della progressività dell’imposizione fiscale sancito dalla nostra Costituzione ,che è in netta contrapposizione con la proposta di flat tax sposata dal centrodestra. Inoltre l’esperienza della pandemia ci ha suggerito che è indispensabile un forte impegno dello stato nella sanità pubblica e nell’istruzione. Obbiettivo questo che non si raggiunge senza risorse che potrebbero invece essere rastrellate dalle tante fantasiose proposte della destra, tutte enormemente costose ,che oltre tutto scasserebbero i conti pubblici già sotto l’attenta lente di Bruxelles. C’è molto quindi che merita un’attenta valutazione da parte degli elettori prima di esprimere il loro voto il 25 settembre.