Città a 30 all’ora è polemica, Perugia tace e Terni frena: Bandecchi ” Soluzione demenziale “

La decisione del comune di Bologna di adottare il limite di 30 chilometri orari in gran parte della città sta facendo discutere. Una scelta per raggiungere obiettivi importanti: migliorare la sicurezza stradale, ridurre l’inquinamento e i consumi energetici, incentivare la cosiddetta mobilità alternativa, rendere la città più a misura di persone. Il tutto senza aumentare i tempi di percorrenza. A dire la verità non si tratta di un’iniziativa isolata: diverse città italiane hanno già introdotto, in misura più o meno estesa, le cosiddette “zone 30”. E’ un tema sicuramente caldo tanto che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato una direttiva che mira a modificare l’articolo 142 del Codice della Strada. L’obiettivo è quello di restringere la creazione delle zone 30 estese ad interi centri urbani, limitandole a situazioni particolari e specifiche. Salvini cerca così di smantellare il progetto “Bologna Città 30”, bollato come “non ragionevole” e “ideologico”. Anche il sindaco di Terni la pensa come Salvini e definisce l’idea come una “soluzione demenziale”. Sulla vicenda si registra in queste ore anche la presa di posizione dell’assessore all’urbanistica, trasporti e viabilità del Comune di Terni, Marco Iapadre. “Non bisogna fare i talebani delle Zone 30 – afferma l’assessore di palazzo Spada – ma basarsi su elementi e analisi oggettive, sulle caratteristiche delle aree. Tre sono le valutazioni, se una via ha un elevato passeggio e quindi transito pedonale, se le dimensioni della strada sono ridotte o meno e se c’è presenza di marciapiedi”. L’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Bandecchi, spiega Marco Iapadre, ha deliberato l’istituzione della Zona 30 all’interno di quella a traffico limitato perché ha una sua ragione di esistere in funzione delle caratteristiche dell’area. “Il transito di pedoni è elevato – aggiunge l’assessore – in diversi punti non ci sono i marciapiedi e le dimensioni delle vie sono relativamente ridotte. Tutto ciò implica una maggiore attenzione da parte dell’automobilista e quindi una limitazione della velocità ha una sua ragione di esistere, atteso che già oggi raramente i veicoli raggiungono o superano il limite dei 50 orari nella Ztl. Di contro le Zone 30 non possono essere estese a tutta l’area urbana perché potrebbero causare disagi, come nelle strade ad alto scorrimento, congestionare il traffico e renderlo meno fluido”. Attualmente a Terni ci sono delle Zone 30, “ma sono state istituite da amministrazioni precedenti, che hanno ritenuto sussistere una qualche esigenza, e sono casi limitati e piuttosto isolati”. Mentre i sindaci delle città più importanti dell’Umbria, a cominciare dal primo cittadino del capoluogo umbro, non commentano si registrano già numerosi capoluoghi di provincia e regione pronti ad introdurre il limite di velocità di 30 chilometri all’ora: Milano, Torino, Parma, solo per citarne alcuni. Per ora il dibattito sembra non interessare gli amministratori locali della nostra Regione.