DRAGHI E LA SCONFITTA DELLA POLITICA

di Pierluigi Castellani

Qualcuno potrà pensare che Matteo Renzi si è aggiudicata anche questa seconda fase della intricata partita della politica. Ma a ben guardare sono tutte le forze politiche a perdere. Quando il Presidente Mattarella è costretto ad evocare un governo di “alto profilo” non riconducibile a nessuna “formula politica” è plasticamente evidente la clamorosa sconfitta della politica che sta   allargando ancor più il solco della scarsa fiducia che divide i cittadini dalle istituzioni. Anche perché Renzi che ha tenuto buoni i suoi parlamentari con l’assicurazione ,che non ci sarebbero mai state le elezioni, ora non può escludere che il tentativo di Mario Draghi di formare un governo secondo le indicazioni del Capo dello Stato possa fallire e che quindi possa allontanarsi definitivamente il pericolo di elezioni anticipate. Il presidente incaricato infatti si dovrà rivolgere per il  sostegno a tutte le forze presenti in parlamento, ma già Crimi, capo politico provvisorio dei 5Stelle,  sembra con il placet di Beppe Grillo, ha già detto che il movimento non voterà la fiducia al governo Draghi. Nel centrodestra ci sono  i distinguo e le ambiguità di Salvini e la contrarietà della Meloni. A parte FI ,al momento restano  il PD  e IV a dichiarare apertamente l’ appoggio a Draghi, perché anche Leu si mostra molto riottoso a sostenere un governo cosiddetto istituzionale. Naturalmente siamo ora solo alle prime battute della nuova partita, potrebbe infatti rimanere, alla fine, difficile un po’ per tutti  non raccogliere l’appello del Capo dello Stato che ha ben motivato la sua scelta. La crisi pandemica non è stata ancora risolta, occorre vaccinare la stragrande maggioranza degli italiani, la caduta del Pil pone l’Italia tra gli ultimi paesi dell’Europa, incombe con il prossimo marzo, quando scadrà per le aziende il divieto di licenziamento, il pericolo di dover registrare un numero impressionante di licenziamenti e quindi un aumento della disoccupazione , le attività commerciali, costrette a chiudere per il lockdown ,attendono i rimborsi a loro promessi e l’ Europa reclama che, entro il prossimo aprile, il nostro paese presenti  il recovery plan se vuole davvero utilizzare le cospicue risorse messe a disposizione da Bruxelles. Insomma l’Italia con la sua instabilità politica appare a tutti come il malato d’Europa. Per questo il Presidente Mattarella non poteva mancare di richiamare la diretta responsabilità che hanno le forze politiche italiane di fronte a questa crisi. Tutti, con una diversa intensità, hanno contribuito. In primo luogo certamente IV di Renzi, che fin dall’inizio voleva far fuori Conte per sostituirlo con Draghi, ma anche i 5Stelle, con le loro rigidità e ancora in preda agli slogan populisti del loro inizio, sembrano non aver ceduto su nulla, mentre il PD ha giocato la partita troppo schiacciato su Conte e quindi legittimando ulteriormente l’arroccamento dei 5Stelle in sua difesa. Sembra che la parola mediazione sia stata cancellata in questa stagione politica. Mediazione non è una parolaccia, è la necessaria sintesi che deve trovare la politica quando al suo orizzonte c’è soltanto la ricerca del bene comune e non gli interessi dei singoli partiti o delle singole personalità politiche. La stagione dei populismi ancora sta producendo i suoi avvelenati frutti. Basterà “Super Mario” a portare l’Italia fuori da questa palude?