FINE DEL SECOLO AMERICANO?

di Pierluigi Castellani

E’ per il ruolo avuto dagli Stati Uniti nella prima e nella seconda guerra mondiale e per il peso con cui ha condizionato i successivi trattati di pace con la conseguente influenza assunta nel garantire l’assetto geopolitico che ne è seguito,  che il XX secolo, con la sua propaggine dei primi anni del terzo millennio, è stato chiamato secolo americano. Non a caso poi si è anche parlato  di ordine americano per  il rilievo assunto per il mondo occidentale dalle quattro libertà di Roosevelt, dette anche libertà atlantiche, con le quali si è affermato definitivamente il rilievo imprescindibile nell’assetto mondiale di quello che ancora vogliamo chiamare Occidente. Ebbene tutto questo sta per finire, per essere consegnato definitivamente alla storia ed al suo oblio? Qualche dubbio sta effettivamente  emergendo. E non solo per il protagonismo della Cina e di tutto l’Est asiatico, ma per la difficoltà incontrata dalla Nato e dall’Occidente nel fare argine all’espansionismo della Russia di Putin ,che ha portato la guerra nel cuore dell’Europa. Si aggiunga poi la difficoltà che Biden sta trovando nel tentare di mettere a freno l’Israele di Netanyahu nella sua sproporzionata risposta all’aggressione di Hamas del 7 ottobre scorso. Infatti di fronte agli occhi del mondo fa un certo effetto constatare, che nonostante il suo isolamento Netanyahu insista nel bombardare Gaza senza alcuna preoccupazione dell’enorme numero di vittime civili, compresi numerosi bambini, che quelle bombe stanno producendo. A questo si aggiunga l’incognita delle prossime elezioni americane. Se Donald Trump dovesse malauguratamente insediarsi nuovamente alla Casa Bianca, che fine farà la Nato e quale ruolo assumeranno gli Usa negli scenari geopolitici se Trump dovesse mettere in pratica quanto ha detto di recente in un suo comizio, che agli stati europei che non dovessero contribuire con il 2% del Pil alle spese militari non solo gli Usa non garantirebbero la loro difesa ma  Putin sarebbe addirittura incoraggiato ad attaccarli. Qualcuno vorrà minimizzare le intenzioni di Trump ,magari con la scusa che trovandosi in campagna elettorale tende ad enfatizzare, ma non è così. Trump ha già minacciato di abbandonare la Nato ed ha già dimostrato come quel suo slogan ” first America” porti inevitabilmente ad un isolazionismo dell’America come se, rintanandosi nei suoi confini oltre l’Atlantico, possa risolvere tutti i suoi problemi compreso quello dell’immigrazione e dello sviluppo economico, allineandosi anche  con tutti i negazionisti del cambiamento climatico. Anche l’America è nel pianeta terra e la sua sopravvivenza sta nella sopravvivenza della terra, come la sopravvivenza della sua democrazia risiede  nel forte mantenimento nel mondo dei valori democratici senza i quali non c’è libertà per nessuno. Dopo l’esperienza disastrosa delle due guerre mondiali, dopo il pericoloso tramonto della democrazia a cui purtroppo l’assalto a Capitol Hill ha dato un buon contributo, i repubblicani degli Usa pensano di poter avere un prosperoso e luminoso futuro?. Questo avvertimento vale anche, e soprattutto, per i sovranisti di casa nostra, che magari fanno il tifo per Donald Trump mentre cercando di interrompere il cammino dell’Europa verso una maggiore integrazione sperano di risolvere a loro favore il destino dell’Italia. L’Europa è quanto di più lungimirante abbia dato al nostro paese la politica di questi settant’anni e più di democrazia . Vogliamo davvero buttare a mare quanto di meglio ha offerto al mondo la classe dirigente del passato del nostro continente europeo?