GLI ITALIANI E LA DELUSIONE NELLA DEMOCRAZIA

di Pierluigi Castellani

La recente pubblicazione dell’indagine IPSOS sul gradimento della democrazia da parte dei cittadini italiani sollecita un’attenzione più responsabile sullo stato di salute della nostra democrazia. E questo non dovrebbe riguardare soltanto gli studiosi e gli addetti ai lavori ma soprattutto le forze politiche principali attori della vita democratica del paese. Quando si legge nell’indagine che il 56,2 % degli intervistati si trova d’accordo, sia pure con varie gradazioni, con l’asserzione ” la democrazia ora funziona male, è ora di cercare un modo migliore per governare l’Italia ” c’è da destare un serio allarme per la deriva che sta prendendo la democrazia nella percezione dei cittadini. E quando, ancora, il 78,7%, anche in questo caso con diverse gradazioni, si dichiara favorevole al rafforzamento degli istituti di democrazia diretta ” senza passare dai propri rappresentanti” , pur non sminuendo naturalmente il valore decisionale dei referendum ed altre forme di democrazia diretta, non si può rimanere indifferenti e non riconoscere che forse il virus del populismo ha ben contagiato il nostro paese. La valutazione non positiva, o quanto meno agnostica, sul valore degli istituti di rappresentanza si accompagna ovviamente alla diminuzione della credibilità che nella società hanno i corpi intermedi, come sindacati e altro, ad eccezione del terzo settore e del volontariato che mantengono apprezzamento da parte degli intervistati. Infatti questa disaffezione nei confronti della democrazia sembra coinvolgere tutti i livelli di rappresentanza, compresi i quei corpi intermedi, che, non dimentichiamolo, insieme al vasto mondo dell’associazionismo, garantisc0no la solidità di ogni democrazia, che non sarebbe tale senza la presenza di  una forte e vivace società civile. E’ necessario quindi che la propensione favorevole nei confronti degli istituti di democrazia diretta, che giustamente possono arricchire la legittimazione di una democrazia  che si fondi sulla sovranità del popolo, non diventi una suggestione per l’uomo forte che garantirà pure rapidità di decisione ma scaverà la fossa per seppellire ogni democrazia. L’indagine IPSOS pone quindi interrogativi a cui la politica deve saper rispondere riformando quanto necessario per fare della democrazia uno strumento più attento alle domande dei cittadini e più vicina a quel popolo la cui sovranità non può mai essere messa in discussione. C’è assoluto bisogno di una democrazia decidente che non lasci spazio al populismo qualunquista già facilitato dalla prateria offertagli dall’antipolitica diffusasi in questi ultimi difficili tempi.