LA DIFFICILE VIA ALLA PACE

di Pierluigi Castellani

L’invocazione alla pace giunge da più parti. Ne sono piene le piazze del nostro paese anche è sempre opportuno chiedersi se la parola pace risuonando sulle bocche risuoni pure nei cuori. Infatti a volte la richiesta di pace nasconde una cesura che trascura la sincerità del cuore. C’è chi chiede la pace per la Palestina ma non comprende nella medesima invocazione anche il popolo di Israele, chi chiede la fine della guerra nel medio-oriente ma trascura di chiederla per l’Ucraina. Spesso tutto questo nasconde finalità politiche non scevre da strumentalizzazione. Quando Papa Francesco prega per la pace prega per l’intera umanità perché sa che la pace se non è accompagnata dalla pacificazione dei cuori non può essere vera pace o quanto meno non può essere duratura. Non c’è pace senza misericordia, senza un’attendibile attitudine al reciproco perdono. Così è per il disarmo. Non è vero disarmo se non è multilaterale, se non coinvolge tutti gli attori della scena internazionale. Sarà mai possibile tutto questo? Sappiamo solo che è doveroso immaginarlo e  lavorare perché il traguardo si avvicini quanto più possibile. C’è chi invoca il disarmo unilaterale. E’ certamente una scelta coraggiosa, ma è possibile come eroica scelta personale come ci ricorda il Vangelo. Rimangono perplessità se questa scelta dovesse poi coinvolgere chi rimane inerme e senza difesa di fronte al male del mondo. Su queste cose si interrogano da sempre teologi e filosofi , grandi pensatori del passato, santi che si sono immolati per dare coerente testimonianza alla loro fede. Tra il possibile ed il desiderabile c’è sempre uno iato, che può essere colmato solo dalla politica, dalla paziente diplomazia, che cominci dall’abbandonare ogni tentazione nazionalistica, ogni velleitaria suggestione di contrapposte identità. Quando si innalzano barriere e muri ci sarà sempre chi tenterà di abbatterli con violenza. Ma ci si può arrendere di fronte alle guerre che insanguinano il pianeta e che rappresentano una grande sconfitta per tutta l’umanità ? Certamente no, e quindi al di là delle polemiche e di ridondanti manifestazioni di piazza la politica si deve armare solo di pazienza affinché passo dopo passo  si possa arrivare all’auspicato traguardo. Così è avvenuto con la creazione dell’Onu, che però con tutte le contraddizioni implicite nel diritto di veto riconosciuto alle cosiddette grandi potenze si sta rivelando uno strumento inadeguato e non sempre appropriato. Meglio è avvenuto con la costruzione dell’Europa, che ha garantito settanta  anni e più di pace tra i suoi stati membri come mai era avvenuto nei millenni della nostra storia.  Per questo ci auguriamo che le prossime elezioni per il rinnovo del parlamento europeo e per il rinnovo della commissione  dell’UE segnino un passo  avanti verso una maggiore integrazione, che conduca ad una definitiva stabilizzazione della pax europea. Chi rivendica maggiore sovranità per i singoli stati lavora contro la pace e demolisce quanto pazientemente mattone su mattone si è costruito in questi anni.