La mazurka delle regionali dipenderà da Perugia: Romizi prepara il ribaltone e va a caccia di candidati

In casa centrodestra la partita di giugno è doppia: quello che succederà nei comuni, soprattutto Perugia, condizionerà la scelta del prossimo candidato per la Regione. La mazurka è destinata, infatti, a riprendere la danza subito dopo il voto. Soprattutto se il voto dei singoli partiti del centrodestra rispetterà le intenzioni emerse in questi mesi nei vari sondaggi effettuati da entrambi gli schieramenti. Se, ad esempio, a Perugia a sorridere saranno Fratelli d’Italia e Forza Italia e si dovesse registrare contemporaneamente un flop della Lega, allora tutto verrà brutalmente rimesso in discussione. Non basterà più Salvini per salvare la Tesei malgrado l’accordo raggiunto dai leader nazionali subito dopo le elezioni della Sardegna. Proprio le elezioni di Perugia agitano il centrodestra. Nel maggio 2019 la Lega di Salvini registrò un successo straordinario ottenendo nel capoluogo umbro ben il 15,1% dei consensi, duecento voti in più di Progetto Perugia. Conquistò sei consiglieri comunali risultando il gruppo consiliare più consistente di palazzo dei Priori. Questa volta però le cose si sono complicate. Un flop della Lega, con un sorpasso eclatante di Forza Italia (Andrea Romizi), e un risultato positivo di Fratelli d’Italia, darebbe sicuramente vigore a chi chiede di cambiare candidato Presidente. In quel caso la candidatura della Tesei tornerebbe fortemente in discussione. Tra l’altro, in caso di voto negativo alle Europee,  all’interno della Lega inizierebbe una vera e propria resa dei conti. Tanto è vero che da settimane nella Lega si parla del prossimo congresso federale, che avverrà dopo le elezioni europee. Con un risultato negativo nei principali comuni umbri, come già avvenuto alle ultime elezioni comunali,  e con un partito in crisi di consensi, i nodi arriveranno al pettine. L’imposizione della Tesei renderebbe le acque agitate nel resto della coalizione e aprirebbe uno scontro nella maggioranza. Sul risultato del capoluogo umbro puntano Andrea Romizi, Emanuele Prisco e Marco Squarta per realizzare il ribaltone. Romizi, che può contare sull’appoggio e amicizia di Prisco e Squarta, le sta provando tutte per portare Forza Italia a doppia cifra, magari sopra il 15%. Da un lato, infatti, si intesta sempre di più la campagna elettorale della Scoccia, dall’altro sta mettendo in campo una caccia ai candidati per comporre una lista assai competitiva. Arruola assessori che la volta scorsa sono stati eletti con Progetto Perugia (Otello Numerini) e con la Lega ( Gianluca Tuteri vicesindaco e Gabriele Giottoli), porta con se Andrea Fora e riesce a perdonare anche i consiglieri ribelli ( Alessio Fioroni e Michele Cesaro). Sulla nave di Romizi stanno salendo tutti, soprattutto una parte molto influente sulla città. La sua scommessa non riguarda Fratelli d’Italia ma la Lega. Sa bene, l’ormai ex giovane sindaco, che dal voto di Perugia dipenderà il suo futuro. Compreso quello di Palazzo Donini.