LA STORIA NON SI CANCELLA

di Anchise

La lettera di 152 intellettuali e scrittori, che denuncia il clima intollerante creatosi a seguito delle pur giuste dimostrazioni antirazziste dopo la morte di George Floyd, sta alimentando una riflessione su come si possa diffondere una intollerante censura partendo da una sacrosanta denuncia del clima razzista che si respira nell’America di Trump e non solo. Tra i firmatari della lettera spiccano i nomi di Noam Chomski , icona della sinistra americana, e di Salman Rushdie, notissimo scrittore costretto a convivere da anni con la minaccia di una fatwa islamica. ” L’inclusione democratica – si legge nella lettera – che vogliamo potrà essere realizzata solo se ci schiereremo in modo chiaro contro il clima di intolleranza che si è creato da tutti i lati ” Ed inoltre i 152 firmatari aggiungono:” l’atteggiamento censorio si sta diffondendo ad ampio raggio anche nella nostra cultura: un’intolleranza verso le opinioni contrarie, la moda della gogna pubblica e dell’ostracismo e la tendenza a dissolvere questioni politiche complesse in una certezza morale accecante. Noi affermiamo l’importanza delle opinioni contrarie, espresse con forza e anche in modo tagliente, da qualunque parte provengano.” A questo punto è d’obbligo sollecitare anche una doverosa riflessione sull’abbattimento o la vandalizzazione delle statue di personaggi come Cristoforo Colombo o presidenti come Thomas Jefferson. A Colombo forse  si rimprovera di aver attraversato l’Atlantico indicando la via per le Americhe e quindi di aver aperto la strada per l’invasione del nuovo mondo da parte di tanti coloni e purtroppo anche di  tanti trafficanti di schiavi, a Jefferson di essere stato proprietario di schiavi pur essendo uno dei padri della democrazia americana. Da noi è toccato a Indro Montanelli la cui statua è stata imbrattata per avere avuto un trascorso, per la verità non troppo limpido, come ufficiale dell’esercito italiano nell’Etiopia invasa. In questo modo si pensa forse di riscrivere la storia cancellando quanto non può piacere alla nostra coscienza formatasi oggi agli ideali democratici di giustizia, libertà ed uguaglianza. Ma la storia appunto occorre studiarla per non incorrere negli errori del passato e non si può cancellare. Come non possono essere dimenticati i meriti di quanti, in un contesto storico molto diverso dal nostro, hanno vissuto e gettato le basi di quella civiltà, i cui valori oggi ci hanno fatto maturare una coscienza che ci permette di condannare il razzismo ed ogni intolleranza. Sta qui infatti l’ammonimento che discende dalla lettera dei 152 firmatari: non si può essere intolleranti nel denunciare l’intolleranza ed il razzismo che si annida in molte zone del nostro pianeta. In questo modo si rischia proprio di contraddire quel principio di libertà ed uguaglianza da cui discende lo sdegno per la morte di George Floyd che ha riempito le piazze dell’America e di tutto l’Occidente. Cancellare la storia non si può,neppure riscriverla nel politically corret tanto  in uso oggi in molti circoli liberal, la si può solo studiare  e comprendere per non ripeterla.