LA VITA AL TEMPO DEL COVID-19

L’emergenza coronavirus sta cambiando i nostri comportamenti e la nostra stessa vita. Il rimanere chiusi in casa senza poter svolgere le nostre consuete funzioni di lavoro, di frequentazioni giornaliere dei supermercati, di negozi per lo shopping, senza coltivare i nostri interessi, i nostri svaghi, la nostra vita sociale, tutto questo ci spinge a riflettere su noi stessi, a convivere in modo nuovo con la nostra comunità familiare spesso in pochi metri quadrati di abitazione, deve stimolarci a diventare migliori, a riscoprire rapporti più intensi, più veri di quelli abitudinari anche se, si ha notizia dalla Cina, di un aumento dei divorzi dopo i giorni di forzata convivenza familiare. Giustamente Papa Francesco raccomanda di non sprecare questo tempo, di farne occasione di riflessione, di conoscenza di noi stessi, di imparare a socializzare in modo diverso, ad esempio con la preghiera, con una riflessione sul nostro essere fragilmente vocati ad un comune destino. C’è poi la doverosa e grata attenzione a chi non può fermarsi, a chi non può stare in casa. I medici, tutti gli operatori sanitari che instancabilmente con grande generosità e coraggio sono in prima linea contro il covid-19, quanti sono dediti a garantire non solo la nostra salute, ma la nostra stessa sopravvivenza, come gli addetti alla filiera alimentare ed alla produzione di cose essenziali, come l’industria farmaceutica e chi è costretto ad esporsi al pubblico come gli edicolanti, i commessi dei supermercati, i farmacisti, tutta insomma quella varia umanità che ci permette di restare a casa , di vivere, di alimentarci, di sostenerci con le medicine necessarie per difenderci e rimanere in vita, tutte queste persone coraggiose e generose che pensano a noi, devono farci comprendere che si sta instaurando un nuovo rapporto tra il noi e il loro. Noi siamo difesi, al riparo, loro invece fuori a combattere per noi. Anche questo e un nuovo dualismo, che prima non si verificava, quanto meno non si era mai presentata l’opportunità per rifletterci. Anche questo deve farci comprendere, che ognuno di noi è in vita perché qualcuno ha cura di noi, che la nostra stessa vita è legata alla solidarietà degli altri. Insomma sono molti gli spunti di riflessione che questa emergenza ci offre per ripensare in modo più autentico, più vero la nostra condizione umana. Ma c’è anche un’altra considerazione che in questi giorni non può non essere fatta. Gli italiani si stanno accorgendo che sta mutando improvvisamente anche la geopolitica in cui è immerso il mondo. L’Italia in questo frangente ha bisogno dell’aiuto degli altri paesi. Ebbene chi è che ci sta soccorrendo? Sono arrivati medici e materiale sanitario dalla Cina, sono giunti medici dalla lontana Cuba, giungono aiuti di medici, di macchinari e dotazione di mascherine protettive dalla Russia di Putin. Dove è finita la solidarietà atlantica, quella che univa tutto l’Occidente ? Tranne la doverosa solidarietà dell’Europa ci troviamo di fronte ad un mutamento dello schema di alleanze su cui fino ad ora ci siamo retti. E’ anche sbalorditivo, lasciatemelo dire, che ci stia giungendo la solidarietà di due dei pochi regimi che ancora si definiscono comunisti: Cuba e la Cina. Appena qualche mese fa’ non lo avremmo mai immaginato. Sta cambiando il mondo? Forse sì. Speriamo però che cambi in meglio.