Regione, botta e risposta tra Zaffini e Caparvi. Irritazione Tesei, le colpe del Covid

Fratelli d’Italia insorge e chiede un cambio di passo alla Tesei. Si parla di irritazione della governatrice e di diversi membri di giunta ( Agabiti e Fioroni). Zaffini però non ha scherzato, parole pesanti le sue e non vaghe. Il suo è stato un richiamo esplicito per dire che le cose in Regione non vanno bene. Non ha fatto allusioni o accenni velati, non è stata una predica per soffiare sul fuoco e nemmeno una rivendicazione di posti. Più semplicemente ha chiesto di uscire dal pantano. Per Zaffini la giunta regionale galleggia, sembra quasi sospesa nell’aria. Mancanza di visione, assenza di azioni mirate e capaci di incidere, programmazione raccattata alla rinfusa, ritardi nella gestione della pandemia, scelte sanitarie non condivise e Sindaci usati come scudi umani. Sono i pesantissimi addebiti attribuiti da Zaffini alla Tesei e giunta regionale. Nemmeno l’ opposizione è arrivata a tanto. In realtà il segretario regionale di Fdi mette il dito nella piaga e ha toccato un tasto dolente che imbarazza una buona parte del centrodestra umbro. Un intervento che fa male non solo alla Tesei ma mette in luce l’inadeguatezza della intera compagine di governo di Palazzo Donini. Un giudizio che in realtà è condiviso dalla stragrande maggioranza del centrodestra. Ormai sono in molti a considerare modesto e insufficiente rispetto alle aspettative il governo regionale. Zaffini, mettendo il dito nella piaga, ha voluto avvisare in anticipo la Tesei e prendere tutte le precauzioni necessarie per non essere coinvolto nel pantano. A Zaffini risponde il segretario regionale della Lega Virginio Caparvi. ” L’egoismo di chi si lascia sopraffare dagli individualismi non gioverà alla amministrazione regionale, tantomeno potrà essere di utilità per costruire la rinascita sociale ed economica della quale gli umbri hanno bisogno” , risponde Caparvi. Per la Lega dell’Umbria la regione sta affrontando bene ” la gestione dell’emergenza pandemica ( metà regione è zona rossa, ndr) , semmai la colpa è della fragilità strutturale della sanità ricevuta in eredità”. Se non c’è stato il cambio di passo del nuovo corso, replica Virginio Caparvi, dipende solo dal ” diffondersi del coronavirus ( colpa del governo, ndr) che ha avuto l’effetto di rimandare l’attenzione di quei progetti fondamentali (quali ? ndr) per il rilancio del territorio”. Di tutt’altro avviso Franco Zaffini. E non solo.