Tragedia del mare, boom di sbarchi: più del doppio rispetto all’anno scorso. Duemila nei Centri di accoglienza dell’Umbria

Quasi 94 mila migranti sbarcati sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando erano stati poco meno di 45 mila, per toccare al 31 dicembre quota 105 mila, in netto aumento rispetto ai dodici mesi precedenti (67.477). Sono le cifre di una vera e propria emergenza costellata ogni giorno da tragedie. L’ultima quella di poche ore fa. Un’onda ha rovesciato un barchino di metallo di 7 metri su cui erano stati stipati in 45.  Quarantuno migranti sono morti, tra cui tre bambini. Dall’inizio dell’anno le vittime dei “viaggi della speranza” sarebbero 2000: donne, minori, uomini che hanno perso la vita lungo la rotta del Mediterraneo, un mare divenuto un immenso cimitero liquido. Da Lampedusa continuano i trasferimenti nelle regioni italiane, compresa l’Umbria. L’ultimo dato aggiornato del Viminale parla di quasi duemila migranti trasferiti nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) dell’Umbria. Nella nostra Regione comunque non si registrano situazioni di tensioni anche se l’impegno delle istituzioni sul territorio è notevole. C’è da dire che l’Umbria ospita, per le sue dimensioni, un numero di migranti abbastanza contenuto. Circa il 2% degli stranieri giunti sulle coste italiane. Certo è che se continuerà il boom di sbarchi anche l’Umbria sarà costretta ad ospitare altri migranti con non poche conseguenze nei Centri di accoglienza della Regione. In altre regioni italiane, infatti, sono stati già aperti nuovi Centri di accoglienza anche in linea con le indicazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che per evitare tensioni ha raccomandato una distribuzione omogenea nelle regioni. Dai numeri del Viminale emerge anche un cambiamento di nazionalità di chi arriva in Italia: Guinea e Costa D’Avorio rappresentano attualmente i paesi con il maggior numero di migranti sbarcati. Subito dopo ci sono Egitto, Tunisia, Bangladesh, Pakistan, Burkina Faso, Siria, Camerun e Mali.